Un film di Emerald Fennell. Con Carey Mulligan, Bo Burnham, Laverne Cox, Clancy Brown, Jennifer Coolidge. Titolo originale: Promising Young Woman. Thriller, 108′. USA 2020
La trentenne Cassie ha buttato al vento ogni speranza: da quando ha abbandonato gli studi di medicina lavora in un piccolo bar, vive coi genitori e ogni weekend gira per locali facendosi abbordare da sconosciuti. Cassie in realtà ha un piano: fingendosi ubriaca, intende dimostrare come ogni uomo che la abborda nasconda il desiderio di violentarla o possederla con la forza. Nel suo passato c’è un trauma che ha segnato il suo destino, un evento che l’incontro con Ryan, ex compagno del college, riporta a galla. Combattuta fra l’interesse per Ryan e il desiderio di chiudere i conti con il passato, Cassie darà una direzione definitiva alla sua vita.
Recita un detto che: La vendetta è un piatto che va servito freddo. Lo spettatore, dopo aver visto “Una donna promettente” (Promising Young Woman), candidato a cinque premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regia e miglior attrice protagonista, non potrà non pensare che, se a compierla è una donna, questa vendetta possa diventare ancora più letale e meticolosa…
Sarebbe però semplicistico catalogare la pellicola come la storia di una giustiziera che si batte contro il genere maschile. Perché Emerald Fennell, al suo fulminante quanto magistrale esordio, firma un potente manifesto sociologico, etico e oserei dire quasi antropologico delle contraddizioni della società americana e dell’ipocrisia imperante verso i diritti delle donne.
“Una donna promettente” affronta il tema dello stupro e delle gravi conseguenze che questo provoca su chi lo subisce e sulle persone care alla vittima attraverso il genere della dark comedy, dosando bene i toni e il ritmo del racconto.
Lo spettatore è colpito e affascinato dalla scelta di vita compiuta dalla protagonista Cassie, che ha rinunciato ai suoi sogni e alle sue ambizioni pur di ottenere giustizia per l’amica scomparsa. Dietro una maschera di freddezza e di apatia, Cassie nasconde infatti un dolore lacerante e un cuore spezzato. E ha giurato di non fermarsi, finché i responsabili dello stupro non verranno puniti.
Carey Mulligan è straordinaria nel ruolo di Cassie, psicologicamente sfaccettata, umana, credibile. L’attrice inglese è incredibilmente brava nell’apparire in una scena fragile e tormentata, nella successiva sicura di sé e spietata. Il suo personaggio è al contempo giudice, carnefice e vittima, e la Mulligan dimostra di aver trovato un armonioso quanto inquietante equilibrio interpretativo.
La vera forza di “Una donna promettente” risiede a mio avviso nella scelta autoriale, narrativa ed esistenziale di evitare qualunque scorciatoia. È impossibile espiare i propri peccati senza prima aver scontato la giusta pena, questo il messaggio che emerge nemmeno troppo tra le righe.
A differenza di altre pellicole che hanno affrontato il tema dello stupro, qui la vittima viene solamente evocata, citata per nome ma mai mostrata, neppure attraverso i proverbiali flashback.
Il pubblico non può che essere travolto da questa versione inedita quanto cinica di desiderio di giustizia per le vittime. Un desiderio “da Vecchio Testamento” che Cassie porta avanti fino alle estreme conseguenze e che culmina in un finale cruento, violento e finalmente risolutivo. Che non fa che sublimare i concetti di amicizia e di amore al femminile.