“Ulysses – A dark Odyssey”: classicità e modernità si incontrano

Federico Alotto traspone con libertà, in un contesto cupo e cyberpunk, il grande classico di Omero

di Alessandra Pappalardo

 

Un film di Federico Alotto. Con Andrea Zirio, Anamaria Marinca, Danny Glover, Udo Kier, Skin. Azione, 110′. Italia 2018

Taurus City, 2020. Un militare di carriera, soprannominato Ulysses, rientra dal fronte portando nel corpo e nell’anima i segni della guerra. Una guerra che prova a dimenticare cercando risposte nel passato. Rimasto per sette anni in un luogo dimenticato da tutti, riesce a fuggire e a tornare a casa con un preciso obiettivo: ritrovare sua moglie Penelope che sembra essere scomparsa. Grazie all’aiuto di Niko, compagno d’armi, intraprende la sua personale Odissea alla ricerca della donna.

 

Il militare Ulysses fa ritorno – dopo sette anni – nella città immaginaria di Taurus. I suoi ricordi sono frammentari e sconnessi, ma ha un’unica, precisa ossessione: ritrovare sua moglie Penelope, che è scomparsa nel nulla.

Se i riferimenti nominali al classico omerico sono evidenti, altrettanto non si può dire per la trama, che viene trasposta, molto liberamente, dal regista Federico Alotto in una pellicola dai toni cupi e dall’aspetto cyberpunk.

L’attenzione per la scenografia, a cura di Giada Cerbone, e per i costumi, di Agostino Porchietto, unita a una buona prova del cast – composto in parte da personaggi famosi del calibro di Danny Glower e Skin, in parte da esordienti come Andrea Zirio – rendono il film magnetico, coprendo alcune pecche, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi.

Buon esordio per Federico Alotto, visto anche il budget ridotto e il pregevole lavoro fatto in fase di post produzione.

La sensazione è che a “Ulysses – A dark Odyseey” manchi quel guizzo in più per essere un prodotto riuscito al 100% e completo a livello narrativo, ma che comunque la strada intrapresa dal regista sia valida, anche per il futuro.