Un film di Alessandro Pondi. Con Enrico Brignano, Ilaria Spada, Paola Minaccioni, Maurizio Lombardi, Monica Vallerini. Commedia, 103′. Italia 2019
Cosa faresti se il destino ti offrisse di diventare un’altra persona per una settimana? Gianni è un tassista romano con una routine consolidata. Ha una moglie e due figli e sogna di vincere la lotteria per cambiare il suo quotidiano. E quando una coppia benestante, in partenza per una settimana alle Maldive, dimentica nel suo taxi le chiavi della loro villa da mille e una notte, Gianni azzarda: si impossessa della villa e della vita del suo proprietario, finendo in una giostra di emozioni mai vissute prima che culminano nell’incontro inaspettato con Lola, un sogno di ragazza che vede in lui un vincente e che gli sconvolge l’esistenza. Gianni diventa un’altra persona e quella con Lola è davvero “Tutta un’altra vita”… e sarebbe pronto a mollare tutto per lei se non fosse che al termine della settimana di vacanza i legittimi proprietari ritornano alla villa…
Cosa faresti se il destino ti offrisse l’opportunità di diventare, anche se solo per pochi giorni, un’altra persona? È questa la premesse da cui prende il via la commedia “Tutta un’altra vita” di Alessandro Pondi, con Enrico Brignano.
Al di là di qualche siparietto divertente e qualche passaggio tipico delle maschere dell’attore romano, il film risulta poco originale e soprattutto incapace di approfondire a dovere almeno alcune delle tematiche che tira in ballo, la ricerca d’identità e la voglia di essere qualcuno di diverso da quello che si è su tutte.
Interessanti, invece, i personaggi, tutti doppi e a loro modo crudeli. Non c’è nessuno che si salva, in questo gioco all’ultima bugia; nessuno è davvero come appare, ma si nasconde nel ruolo che ha assunto per sopravvivere.
Pondi dirige un cast di buoni attori da commedia, ma non riesce a fare realmente la differenza: il film si perde negli smoking di classe indossati da Brignano, un uomo semplice che viene trascinato come una banderuola, nel tentativo di cambiare vita, tra una villa, una Lamborghini e l’amore per una femme fatale di nome Lola.
Inaspettato, invece, il finale, per niente buonista come invece sarebbe stato lecito aspettarsi da una commedia di questo genere. E almeno questo è un punto a favore di “Tutta un’altra vita”.