Un film di Sean Price Williams. Con Talia Ryder, Simon Rex, Earl Cave, Ayo Edebiri, Jacob Elordi, Jeremy O. Harris, Gibby Haynes. 104′. USA 2023
La liceale Lillian scappa durante una gita scolastica e, attraverso una serie di incontri, attraversa lo spettro del radicalismo e della follia contemporanei, dai suprematisti bianchi ai radicali islamici, dai neo-punk agli avanguardisti risvegliati. Ad ogni tappa del suo viaggio, entra in contatto con mondi ermetici, i cui cittadini sbraitano e delirano tra loro, beatamente ignoranti dei loro vicini.
La realtà supera qualsiasi tipo di fantasia. Nonostante la saggezza popolare, è proprio dalla prima che si cerca spesso di fuggire, specie se sei una giovane e brillante liceale con velleità artistiche.
Lillian (Ryder) è annoiata da tutto e tutti, e si sente un’estranea tra i coetanei. Così quando durante una gita ha la possibilità di scappare, la coglie al volo, non immaginando di star per vivere un mese folle, incredibile e insensato…
È difficile inserire “The sweet east” di Sean Price Williams in una precisa categoria. Dopo i primi minuti si ha la sensazione di avere davanti un esercizio autoriale interessante ma troppo caricato, pensato più per i giovani che per gli over40.
Questa sensazione viene meno durante la visione, grazie alla talentuosa Talia Ryder, di cui sicuramente sentiremo ancora parlare, e a una sceneggiatura che prende quota e porta a empatizzare con Lilian. Lo spettatore vive dal punto di vista della ragazza ogni incontro, sorprendendosi delle sue capacità di adattamento.
Sean Price Williams riesce, con intelligenza, ironia e la giusta dose di cinismo, a mostrare l’altra faccia del sogno americano e le contraddizioni di una società ormai ripiegata su se stessa.