Un film di Ruben Östlund. Con Claes Bang, Elisabeth Moss, Dominic West, Terry Notary, Christopher Læssø. Commedia drammatica, 142’. Svezia, Danimarca, USA, Francia, 2017

Data di uscita italiana: 9 novembre 2017

Christian è il curatore di un importante museo di arte contemporanea di Stoccolma. Una mattina, sulla strada per il lavoro, soccorre una donna in pericolo e si scopre derubato del telefono e del portafoglio. Al museo, intanto, lui e la sua squadra stanno lavorando all’inaugurazione di una mostra, che prevedere l’installazione dell’opera “The Square”: un quadrato delimitato da un perimetro luminoso all’interno del quale tutti hanno uguali diritti e doveri, un “santuario di fiducia e altruismo”. Su suggerimento di un collaboratore, Christian scrive una lettera in cui reclama i suoi averi rubati, innescando una serie di conseguenze che spingono la sua rispettabile ed elegante esistenza in una vertigine di caos.

 

Ero in debito di una recensione con voi, cari lettori, dalla serata conclusiva del Festival di Cannes, quando Pedro Almodovar annunciò, a sorpresa, l’assegnazione della Palma d’oro al film svedese “The Square” di Ruben Östlund, spiazzando quasi tutti i critici e soprattutto facendomi bucare il vincitore, per la gioia del caporedattore Turillazzi.

Attendevo con curiosità l’uscita della pellicola, per capire quanto fosse meritato l’ambito riconoscimento… Ebbene devo ammettere che Almodovar e la sua giuria hanno fatto a suo tempo una scelta molto giusta, considerando la complessiva modestia delle pellicole in concorso sulla Croisette quest’anno.

“The Square” è un brillante, pungente, grottesco, surreale e spietato atto d’accusa – o se preferite un manifesto dell’ipocrisia morale, culturale e intellettuale in cui sguazza oggi la nostra società, soprattutto per ciò che riguarda il campo dell’arte. Proprio l’arte, che dovrebbe essere invece “comunista”, tollerante, aperta, solidale verso tutto e tutti.

L’uomo comune immagina ancora la Svezia come il Paese della tolleranza, all’avanguardia per ciò che riguarda temi come l’accoglienza e la libertà degli artisti. Östlund invece, con il suo film, mostra allo spettatore la deriva incivile e intollerante a cui è andata incontro.

The Square è un’opera d’arte di cemento, un quadrato delimitato da un perimetro luminoso all’interno del quale tutti hanno uguali diritti e doveri, per il suo ideatore, “un santuario di fiducia e amore”.

Östlund gioca sulla definizione, dimostrando quanto gli svedesi di oggi sia ben lontani dal seguire queste sagge parole. Osserviamo infatti, in scene crude e desolanti, numerosi senza tetto, ignorati e schivati dai propri concittadini, che vivono ai margini dell’opulenta Stoccolma.

La città stessa sembra muoversi a due velocità: quella reale, in cui emergono le contraddizioni di una società sulla carta aperta e invece fortemente segnata dall’aumento della criminalità e della povertà, e quella fittizia di una borghesia lontana anni luce dai problemi del quotidiano.

“The Square” è una commedia nera, tragicomica, e il trionfo del non sense, splendidamente delineato nel personaggio di Cristian, direttore bello e affascinante, magistralmente interpretato da Claes Bang. Cristian è contemporaneamente cinico e generoso, edonistico e sensibile, colto come un nobile di altri tempi e vendicativo come un qualunque leghista delle valli comasche.

Östlund firma una sceneggiatura corrosiva, spietata, ironica, che mostra in modo incisivo, profondo ed efficace la metamorfosi in negativo del modello-Svezia.

L’arte stessa non è più un veicolo di apertura e condivisione, ma si sta arroccando dentro un recinto a cui non è più possibile accedere. L’arte contemporanea, in particolare, non solo è incomprensibile, ma risulta anche sprezzante e offensiva, giustificando ogni eccesso con il diritto alla libertà creativa dell’artista.

Un film che fa ridere, commuovere e soprattutto riflettere sui limiti e i difetti dell’uomo, sulle amare contraddizioni di questa nostra società e sull’involuzione dell’arte. Un film godibile, ben scritto e ben diretto, capace di avvolgere lo spettatore dentro una storia paradossale quanto interessante, nonostante la lunghezza eccessiva e la ripetitività di alcune scene.

La visione di “The Square” è consigliata a tutti, soprattutto a quelli artisti che credono ancora, nel 2017, di poter svolgere bene il loro lavoro rimanendo arroccati nella fantomatica torre d’avorio. Sveglia! Il mondo è cambiato.

 

Il biglietto da acquistare per “The Square” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto (con riserva). Sempre.