I fogli manoscritti e il dattiloscritto di “Temperature“, un racconto di F. Scott Fitzgerald datato 1939, sono rimasti tranquilli all’Università di Princeton per decenni. Collocati nella collezione Libri rari, all’interno dei contenitori protettivi, le bozze e la stesura definitiva sono stati letti e studiati negli anni, ma mai pubblicati.
Adesso lo Strand Magazine di Birmingham, nel Michigan, ha ottenuto i diritti di pubblicazione dagli eredi dello scrittore, e la storia è stata inserita nel numero estivo della rivista. Non sappiamo se verrà mai tradotta in italiano, ma ci sono diversi motivi per cui dovreste leggerla.
Nella prima pagina del dattiloscritto conservato a Princeton, Fitzgerald ha scritto, con la solita matita, “File Under False Starts”. La storia è una via di mezzo tra un racconto, genere che l’autore iniziò a padroneggiare venti anni prima, e la sceneggiatura, genere a lui vicino sul finire degli anni ’30. Fitzgerald era arrivato a Hollywood nell’estate del 1938 grazie a un contratto con la Metro-Goldwyn-Mayer; conclusa quell’esperienza lavorativa era rimasto a Los Angeles in qualità di sceneggiatore e autore di copioni.
La vicinanza con il mondo dello spettacolo è evidente nel racconto: i ruoli principali in “Temperature” sono affidati a due stelle del cinema, Carlos Davis ed Elsie Halliday, e ci sono anche tocchi cinematografici nella scrittura, ad esempio nei dialoghi. La trama stessa è una sorta di mix tra una commedia un po’ matta e una piece teatrale vecchio stile.
Per quello che riguarda la vena drammatica, Fitzgerald ha il debito più grande verso un suo contemporaneo, Philip Barry. Lo scrittore ammirava sinceramente lo sceneggiatore, che aveva conosciuto negli anni ’20 (Zelda una volta lo aveva anche accusato di aver “disonorato se stesso” a una delle feste di Barry); trovava irresistibili in modo particolare i suoi dialoghi taglienti.
Ma “Temperature” non risuona soltanto di echi autobiografici – come Emmet Monsen anche Fitzgerald aveva sofferto di problemi di cuore -, è anche ricco di spunti umoristici e divertenti. Nel giro di poche righe, leggendo, vi troverete a sorridere e singhiozzare e non potrete non ritrovare nello scritto l’autore del Grande Gatsby.
“Temperature” può essere considerata una commedia pazzoide di mezza estate 1939, ma è senza dubbio anche un’incursione nel passato di Fitzgerald, per questo porta con sé un senso di tragedia e tanta paura per ciò che il futuro potrà riservarci.