di Sara Cappellini
Il sequel della trilogia best-seller “Millennium” – formata da “Uomini che odiano le donne”, “La ragazza che giocava con il fuoco” e “La regina dei castelli di carta” -, “Quello che non uccide“, uscirà contemporaneamente il 27 agosto in 35 paesi, tra cui l’Italia, dove sarà pubblicato da Marsilio.
Peccato che Stieg Larsson sia morto poco dopo aver scritto i romanzi, senza avere avuto neppure il tempo di scoprire di essere diventato famoso in tutto il mondo. A completare la serie sarà un altro, nello specifico lo scrittore David Lagercrantz, conosciuto per aver aiutato il calciatore svedese Zlatan Ibrahimovic a scrivere la sua autobiografia.
Il nuovo libro porterà avanti la storia di Lisbeth Salander, esperta hacker ed eroina problematica, e di Mikael Blomkvist, fondatore della rivista Millennium.
Lagercrantz si è basato, per la scrittura, sugli appunti di Larsson, che pensava a una serie di dieci romanzi e prima di morire aveva già sviluppato le trame del quarto e del quinto. Qualcosa ci dice che se la trovata avrà successo si andrà avanti fino alla fine, anche senza le indicazioni dell’autore originario.
Lo scrittore e giornalista svedese si rifiuta di dare anche il più piccolo indizio sul significato del titolo e sui dettagli della vicenda. Le uniche parole che si è riusciti a scucirgli a riguardo sono state: “Quello di cui ho voluto servirmi nel libro era la vasta mitologia che Stieg Larsson ha lasciato, il mondo che ha creato. Lisbeth Salander non è come ogni altro supereroe. Non è grande solo per i suoi talenti, ma anche per il suo background”.
A opporsi al progetto, la compagna di Larsson, Eva Gabrielsson. I due hanno vissuto insieme per trentadue anni, ma la legge in Svezia non riconosce il ruolo del convivente, per cui i diritti delle opere di Larsson sono adesso nelle mani del padre e del fratello, che hanno scelto Lagercrantz per portare avanti la serie. Si possono facilmente capire le loro ragioni, se si pensa che i primi libri hanno venduto una cosa come 8 milioni di copie solamente in Europa.
Eppure… come ci siamo già domandati nell’articolo su 10 grandi romanzi continuati in un secondo momento, quanto è giusto che sia un autore differente a scrivere un sequel, sia questo di un best-seller o meno?
Anche nel caso in cui l’autore “originario” (chiamiamolo così, per intenderci) abbia lasciato degli appunti, come ha fatto Larsson, il sequel non sarà mai come sarebbe stato un romanzo scritto di suo pungo. Figuriamoci poi tutte quelle continuazioni che nascono dalla pura fantasia di un secondo scrittore.
Il successo dei libri che prendono le mosse da altri grandi romanzi si deve al fatto che il lettore, affezionato ai personaggi e alla storia, non vede l’ora di rivivere anche solamente un’ombra di quella magia che l’ha tenuto incollato alle pagine. Eppure, quanto c’è del romanzo originale in questi sequel? Quanto dei caratteri, delle vicende?
Ma soprattutto, quanto deve un libro allo stile del suo autore? Se “Uomini che odiano le donne”, per tornare al tema di oggi, fosse stato scritto in un modo differente – come avrebbe potuto scriverlo David Lagercrantz, ad esempio – forse sarebbe stato ugualmente un bel romanzo, ma non sarebbe stato il romanzo che il pubblico ha imparato ad amare. Perché ogni scrittore ha una cifra caratteristica che è impossibile riprodurre, per quanti appunti si tengano sotto mano.