È stato presentato a Roma il programma della 34° Settimana Internazionale della Critica (SIC), la sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani nell’ambito della Mostra del cinema di Venezia (28 agosto – 7 settembre).
Sette pellicole provenienti da tutto il mondo – tra cui la produzione italo-messicana “Tony driver”, per la regia di Ascanio Petrini – si sfidano per aggiudicarsi i premi. Due gli eventi fuori concorso: “Bombay rose” di Gitanjali Rao, che aprirà la sezione, e “Sanctorum” di Joshua Gil che la chiuderà.
Vediamo insieme tutti i film – presentati in anteprima mondiale – che compongono il programma della SIC 2019.
BOMBAY ROSE (film d’apertura, fuori concorso)
di Gitanjali Rao. Regno Unito, India, Francia, 2019. 93’
Nella grande città si lotta per la sopravvivenza e una rosa rossa unisce tre storie di amori impossibili. L’amore fra una ragazza irraggiungibile e un ragazzo. L’amore fra due donne. L’amore di un’intera città per le star di Bollywood.
SANCTORUM (film di chiusura, fuori concorso)
di Joshua Gil. Messico, Qatar, Repubblica Dominicana, 2019. 84’
In una piccola città dimenticata fra montagne coperte di alberi vivono un bambino e sua madre. La vita quotidiana è sconvolta da quando la città è diventata il crocevia della guerra tra militari e cartelli della droga. Date le poche opportunità di lavoro e la mancanza di soldi per trasferirsi altrove, la madre coltiva marijuana per i cartelli. Un giorno non fa ritorno dal lavoro. Distrutta dal dolore, la nonna manda il bambino nella foresta a pregare il sole, il vento e l’acqua, affinché la madre possa far ritorno indenne. Mentre i soldati arrivano e gli abitanti del villaggio si preparano allo scontro finale, la natura si manifesta in tutta la sua potenza.
JEEDAR EL SOT (ALL THIS VICTORY)
di Ahmad Ghossein. Libano, Francia, Qatar, 2019. 93’
Libano, luglio 2006. La guerra infuria tra Hezbollah e Israele. Durante un cessate il fuoco di 24 ore, Marwan si reca in cerca del padre che rifiuta di lasciare il suo villaggio nel sud del paese. Appena la tregua si interrompe, Marwan si ritrova sotto una pioggia di bombe e si rifugia in una casa con un gruppo di anziani. All’improvviso un gruppo di soldati israeliani irrompe nella casa. Intrappolati dalle mura ma anche dalle proprie paure, i tre giorni successivi saranno un susseguirsi di eventi fuori controllo.
PARTENONAS (PARTHENON)
di Mantas Kvedaravičius. Lituania, Ucraina, Francia, 2019. 119’
“Non piangerò per il rammarico, ma per la paura di non essere in grado di soddisfare la mia passione” disse lei. Il giorno che ad Istanbul nevicò, Garip uccise Mahdi. Erano Garip e Sofia ad essere follemente innamorati un tempo. Questo accadeva ad Odessa, ma tutto cominciò quando la sabbia del Sahara ricoprì la città di Atene. Di chi era questo ricordo? O di chi sarà?
EL PRINCIPE (THE PRINCE)
di Sebastian Muñoz. Cile, Argentina, Belgio, 2019. 96’
Cile, 1970. Nel corso di una notte alcolica Jaime, ventenne solitario, accoltella il suo miglior amico in quello che sembra un omicidio passionale. Condannato al carcere, il ragazzo incontra “lo stallone”, un uomo maturo e rispettato, nel quale trova protezione e grazie al quale conosce l’amore e la lealtà. Dietro le sbarre Jaime diventa “il principe”. Ma mentre il rapporto fra i due uomini si solidifica, “lo stallone” deve affrontare le violente lotte di potere all’interno del carcere.
PSYKOSIA (PSYCHOSIA)
di Marie Grahtø. Danimarca, Finlandia, 2019. 87’
Viktoria è una singolare ricercatrice nel campo del suicidio, estremamente autodisciplinata, che viene invitata in un reparto psichiatrico per curare Jenny, una paziente con tendenze suicide. Nel corso di intime conversazioni notturne si crea tra loro un forte legame. Per la prima volta nella sua vita, Viktoria si apre e entra in stretto contatto con un’altra persona. Ma più le due donne si avvicinano, più diventa chiaro che non tutto è come sembra.
RARE BEASTS
di Billie Piper. Regno Unito, 2019. 89’
Mandy è una madre, una sceneggiatrice, una nichilista. Mandy è una donna moderna in crisi. Cresce un figlio nel bel mezzo di una rivoluzione femminile, combatte il dolore per la separazione dei genitori e si trova a scrivere per lavoro di un amore che non esiste più. Si imbatte anche in Pete, un uomo pieno di problemi in cerca della propria autostima, del proprio senso di appartenenza e di un’identità maschile da ricostruire.
SAYIDAT AL BAHR (SCALES)
di Shahad Ameen. Emirati Arabi Uniti, Iraq, Arabia Saudita, 2019. 74’
Hayat è una dodicenne caparbia che vive in un povero villaggio di pescatori governato da un’oscura tradizione, per la quale ogni famiglia deve sacrificare la propria figlia femmina alle creature del mare, che a loro volta vengono cacciate dagli uomini del villaggio. Sottratta a questo destino dal padre, Hayat viene emarginata e considerata una disgrazia, eppure non si arrende. Quando la madre dà alla luce un figlio maschio, Hayat deve scegliere se accettare la brutale usanza e sacrificarsi al mare, o se cercare una via di salvezza.
TONY DRIVER
di Ascanio Petrini, Italia, Messico, 2019. 73’
Pasquale un giorno decide di cambiare nome e farsi chiamare Tony. Perché sebbene nato a Bari, a 9 anni, a metà degli anni Sessanta, vola oltreoceano con la famiglia e cresce da vero americano. Tassista di professione a Yuma, viene arrestato a causa del suo “secondo lavoro”: trasportare migranti illegali negli Stati Uniti attraverso la frontiera messicana. È così costretto a scegliere: la galera in Arizona o la deportazione in Italia. Rientrato in Puglia, si ritrova a vivere solo in una grotta a Polignano a Mare e guarda l’Italia come un piccolo Paese immobile, senza opportunità e senza sogni. Ma Tony non è disposto ad arrendersi…