È uscito da pochi giorni per NN Editore un romanzo forte, “Salvare le ossa” di Jesmyn Ward, la prima donna ad aver vinto per ben due volte il prestigioso National Book Award – nel 2011 con “Salvare le ossa” e nel 2018 con “Sing Unburied Sing”.
Considerata da più parti la nuova voce della letteratura americana contemporanea, la Ward sta cambiando con le sue opere il canone del romanzo americano.
“Salvare le ossa” racconta la vita di ogni giorno con la forza del mito, e celebra la lotta per l’amore a dispetto di qualunque destino, non importa quanto cieco e ostile. Grazie a una lingua intensamente poetica, dove le parole bruciano come lacrime non versate, ogni pagina è un vortice di sole, vento, sangue e pioggia, che alla fine lascia commossi.
In Mississippi, un uragano minaccia di colpire la cittadina di Bois Sauvage. In un allevamento chiamato la Fossa, tra rottami, baracche e boschi, vivono la 14enne Esch, i suoi fratelli e il padre. La famiglia cerca di prepararsi all’emergenza, ma tutti hanno altri pensieri: Skeetah deve assistere il suo pitbull da combattimento dopo il parto; Randall, quando non gioca a basket, si occupa di Junior; ed Esch, la protagonista, unica ragazzina in un mondo di uomini, legge la storia degli Argonauti, è innamorata di Manny, e scopre di essere incinta. Nei dodici giorni che precedono il devastante arrivo di Katrina, il legame tra i fratelli e la fiducia reciproca si riscaldano, uniche luci nel buio della disgrazia incombente.
Questo libro è per Medea, che va incontro a Giasone tremante nel vento, per chi dopo la pioggia pesca a mani nude i girini nei fossi, per chi gioca a nascondino nelle stanze di vapore tra lenzuola stese ad asciugare, e per chi corre mano nella mano con suo fratello, ogni passo il balzo di un uccello che si alza in volo.