Un film di Adrian Grunberg. Con Sylvester Stallone, Paz Vega, Louis Mandylor, Óscar Jaenada, Joaquín Cosio. Azione, 100′. USA 2019
John Rambo si è ritirato in Arizona, presso la tenuta di famiglia dove vive con la domestica e amica Maria e con la nipote Gabrielle, entrambe di origini messicane. L’uomo è più integrato che mai, tanto che aiuta anche la forestale nel corso di una alluvione, ma è sempre tormentato dai fantasmi della guerra, infatti vive in un ampio labirinto di tunnel che ha scavato sotto il terreno del ranch. Gabrielle sta per andare al college, ma un’amica trasferitasi in Messico le ha detto di aver trovato suo padre e la ragazza vorrebbe conoscerlo. John e Maria non sono d’accordo, ma Gabrielle non si lascerà convincere e finirà in grave pericolo, obbligando lo zio a imbracciare ancora una volta le armi.
Chi scrive non è mai stato un grande fan della saga di Rambo, pur avendone apprezzato il valore cinematografico e il significato narrativo e simbolico, soprattutto nei primi film.
Il personaggio di John Rambo ha entusiasmato generazioni di spettatori, incarnando la figura dell’uomo deluso e ferito dalle false promesse del governo, e rappresentando un monito contro l’inutilità della guerra, soprattutto quella intrapresa in nome della pace.
Ma anche l’invincibile Rambo invecchia e il valoroso soldato, dopo tante sanguinose battaglie, ha deciso di ritirarsi nel suo ranch in Arizona, illudendosi di trovare un po’ di pace dai demoni del passato. Ma quando la nipote della domestica, che considera una di famiglia, viene rapita non ha altra scelta che imbracciare di nuovo il fucile…
“Rambo – Last blood” non è altro che il racconto di una spietata, sanguinaria e tragica vendetta privata. La sceneggiatura, purtroppo, è povera, scialba, infarcita di pregiudizi e luoghi comuni, soprattutto sul Messico e sui messicani (che hanno provocato molte polemiche al momento dell’uscita del film negli Stati Uniti). Anche i riferimenti ambientalisti e sociali risultano forzati, eccessivi.
La visione della realtà proposta al pubblico è manichea quanto arbitraria, con i messicani tutti brutti, sporchi e cattivi a eccezione della giornalista Carmen Delgado, interpretata da una Paz Vega irriconoscibile. E la regia di Adrian Grunberg non aiuta a elevare il tutto.
Insomma, “Rambo – Last blood” è una conclusione della celebre saga che più mediocre difficilmente sarebbe potuta essere. I fan potranno forse trovare qualche momento felice nell’ultima mezz’ora, dove si rivede la terribile macchina da guerra di un tempo. Ma per il resto…
Il biglietto da acquistare per “Rambo – Last blood” è:
Neanche regalato (con riserva). Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.