Un film di Katrin Gebbe. Con Nina Hoss, Katerina Lipovska, Murathan Musulu, Adelia -Costance Ocleppo. Titolo originale: Pelikanblut. Drammatico, 121′. Germania, Bulgaria 2019
Un’addestratrice di cavalli adotta una bambina di 5 anni dalla Bulgaria. Successivamente scopre che la bimba soffre di un disturbo di attaccamento che le rende impossibile creare legami emotivi con chiunque.
Esiste un limite a quello che una madre farebbe pur di salvare la vita del proprio figlio malato? E in caso la malattia fosse di tipo mentale, senza speranza di cura, la madre in questione dovrebbe arrendersi e affidare il bambino a un centro specializzato? Nonostante il legame che li unisce?
“Pelican blood” di Katrin Gebbe, film d’apertura della sezione Orizzonti alla 76° Mostra del cinema di Venezia, affronta queste questioni ancestrali, attraverso una storia potenzialmente intrigante e originale ma che purtroppo non è stata sviluppata al meglio, finendo per risultare eccessiva e persino buonista nel finale.
Nella prima parte il film è introspettivo, psicologico, familiare, racconta le difficoltà che possono verificarsi durante i primi mesi di un’adozione, i traumi e le ferite che possono nascondere le menti di bambini anche molto piccoli. Nella seconda, cambia totalmente pelle, diventando una sorta di viaggio esoterico.
Lo stravolgimento narrativo e strutturale non giova a “Pelican blood”, e finisce per penalizzare quanto di buono visto all’inizio e sconcertare lo spettatore, che si trova davanti una sorta di rilettura in chiave materna de “L’esorcista”.
Bene il cast, guidato dalla bravissima e carismatica Nina Hoss che forma con la giovanissima Katerina Lipsvoska, con cui è evidente essere scattata sul set una grande alchimia, una coppia di grande impatto emozionale e scenico.
Nonostante la seconda parte deficitaria e caotica, il film della Gebbe merita comunque di essere visto, sentito e vissuto, perché a tutti può capitare di ritrovarsi nella condizione della protagonista. L’amore verso un figlio non solo spinge ma obbliga a non fermarsi davanti a nulla, a credere che anche l’impossibile sia possibile.
Il biglietto da acquistare per “Pelican blood” è:
Nemmeno regalato. Omaggio (con riserva). Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.