Ha monopolizzato l’attenzione di pubblico e giornalisti sul red carpet – oscurando anche stelle del calibro di John Travolta – insieme agli altri protagonisti di “Solo: a Star Wars story”, dove interpreta il boss della malavita Dryden Vos.
Paul Bettany, attore britannico famoso per il ruolo di Visione nei film degli Avengers, è stato anche protagonista all’American Pavilion.
L’incontro si è svolto in un’atmosfera rilassata e amichevole, grazie anche alla capacità di Bettany di trattare tutti con gentilezza e familiarità – “Hi! Where are you from?”, è stato il suo modo di accogliere sorridendo ogni domanda del pubblico. E nel mio caso ha anche aggiunto un: “Come stai?”, in italiano.
Per oltre un’ora, Bettany ha parlato del suo amore per il cinema, del mestiere di attore, della sua vita a New York e della nostalgia per l’Europa.
Impossibile non parlare dell’universo di Star Wars, con cui Bettany ha un rapporto profondo che nasce da lontano.
Essere in questo film è un sogno che si realizza. Quando a sei anni ho visto Star Wars il mio mondo è cambiato: dalla grigia Inghilterra degli anni ’70 sono stato trasportato in una fantastica galassia lontana lontana. È anche merito della saga se ho deciso di fare l’attore da grande.
In “Solo”, Bettany interpreta il boss della malavita Dryden Vos. Il lavoro di costruzione del personaggio non è stato semplice, considerando anche che è entrato nel cast solo in un secondo momento.
Il personaggio non è frutto solo del lavoro mio e di Ron Howard, ma di un’intera equipe. Anche se sono entrato più tardi nel film, penso che siamo riusciti a inserirlo e svilupparlo adeguatamente.
Altro ruolo per cui è molto noto è quello di Visione nei film degli Avengers. Gli abbiamo chiesto se c’è la possibilità di vederlo in qualche spin-off, ad esempio quello incentrato su Scarlett Witch. La risposta è stata divertentissima.
Cerco sempre di non parlare dei prossimi film degli Avengers. Tenere la bocca chiusa è stato il modo con cui mi sono tenuto il posto. Non rovinerò certo tutto adesso!
Attraverso vari aneddoti ha spiegato cosa significa per lui essere un bravo attore – “Tante, tante, tante prove, come a teatro. Il talento non basta” – e ha ribadito il suo amore per New York, dove vive, nonostante l’Europa gli manchi molto.
Mi sono innamorato di un’americana per sbaglio [Jennifer Connelly, ndr], ma dopo aver vissuto negli Stati Uniti per quindici anni ho deciso di avere più rilevanza sociale, e ho fatto domanda per la cittadinanza… proprio il giorno in cui Trump è stato eletto. Non certo perché ho pensato: Ah finalmente un presidente che mi piace!
Insomma, cari lettori, Paul Bettany ha deliziato il pubblico dell’American Pavilion con ironia, carisma e gentilezza. Cosa chiedere di più a un supereroe?