Un film di Edoardo Leo. Con Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Stefano Fresi, Carlo Buccirosso, Anna Foglietta. Commedia, 115′. Italia 2015
Diego è un venditore di auto senza più la capacità di costernarsi, Claudio l’ex gestore di una gastronomia che ha chiuso i battenti, Fausto un piazzista televisivo inseguito dai creditori. Li accomuna il sogno di cambiare vita e un identico piano B: aprire un agriturismo – la versione per quarantenni del chiringuito ai tropici. I tre uniscono le forze per completare l’acquisto dell’immobile giusto ma devono subito affrontare mille problemi pratici, da un bagno intasato ai camorristi locali che esigono il pizzo. Nella loro avventura verranno coinvolti anche Sergio, un veterocomunista fermo al ’68, ed Elisa, incinta e fuori di testa.
Chi sono i quarantenni di oggi? Che generazione è quella dei nati tra anni ’60 e ’70? I nostri padri hanno costruito e lavorato, ci hanno garantito un futuro. Noi invece cosa faremo per i nostri figli? Semmai li avremo, dei figli.
Sognare costa caro e la realtà ogni giorno, a colpi di fregature e delusioni ci ricorda che non è il tempo della poesia, questo presente, ma della ruvida prosa. La mia generazione probabilmente ha fallito su molti fronti, incapace com’è di rinnovarsi e di cambiare, e troppo presto si è seduta in un angolo a piangersi addosso e a recriminare.
Alcuni però di arrendersi non vogliono saperne e credono che possa esserci un’alternativa, una sorta di piano B, rispetto a una vita fatta di lavori precari, malpagati, senza tutele e soprattutto senza la possibilità di aprire l’odiato ma agognato mutuo.
Per qualcuno quest’alternativa è rappresentata dalla fuga dalle città e dal ritorno alla provincia. Tanti scelgono di rifugiarsi in campagna, e magari di aprire un agriturismo per coniugare una vita sana a delle possibilità economiche concrete.
È quello che cercano di fare anche i protagonisti della commedia di Edoardo Leo “Noi e la Giulia”. La sceneggiatura è ben scritta, fluida, abbastanza originale anche se nella seconda parte verve e incisività vengono un po’ meno, per via anche di alcune scene superflue. I dialoghi sono abbastanza divertenti e frizzanti e nel complesso ben costruiti.
La regia di Leo, seppure di taglio più televisivo, è di buona fattura, pulita, semplice. Il regista mostra buone capacità di gestione del cast, esaltando i vari talenti, e riesce anche a creare un discreto pathos narrativo.
Se i “belli” Leo e Argentero sono protagonisti di un’interpretazione dignitosa, ma priva di sussulti, non si non può sottolineare la solida, asciutta e credibile interpretazione di Claudio Amendola, capace di divertire con il suo personaggio politicamente retrò e nostalgico.
Sono però Stefano Fresi e Carlo Buccirosso, seppure partendo dalle retrovie, a conquistare il centro della scena grazie al loro talento e alla capacità di modulare i tempi comici con efficacia e naturalezza. Anna Foglietta, unica donna nel cast, si ritaglia il suo spazio, dove risplende in egual misura per bellezza e bravura.
Il finale ben fatto è un omaggio all’indimenticabile “Thelma e Luoise” e regala al pubblico, soprattutto a quello dei quarantenni, la consapevolezza che bisogna credere in se stessi se si vuole quantomeno tornare a sognare un futuro.
Il biglietto da acquistare per “Noi e la Giulia” è:
Neanche Regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.