“Napoli velata”: tra mistery e mélo, un film ambizioso che parla di passione

Il nuovo film di Ozpetek, con Giovanne Mezzogiorno e Alessandro Borghi, racconta una città oscura

di Valentino Eletti

 

Un film di Ferzan Ozpetek. Con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto, Isabella Ferrari, Lina Sastri. Drammatico, 113′. Italia, 2017

Data di uscita italiana: 28 dicembre 2017

Adriana, anatomopatologo a disagio coi vivi, incontra Andrea, un giovane uomo che la seduce e la ama una notte intera, appassionatamente. Adriana è travolta, finalmente viva. Al risveglio gli sorride e dice sì al primo appuntamento. Ma Andrea a quel rendez-vous romantico non si presenta. È l’inizio di un’indagine poliziesca ed esistenziale che condurrà Adriana nel ventre di Napoli e di un passato, dove cova un rimosso luttuoso.

 

È già il titolo dell’ultimo film di Ferzan Ozpetek, “Napoli velata”, a farci intravedere l’atmosfera che avvolgerà poi lo spettatore. Protagonista è appunto la città, con un’ambientazione estremamente pervasiva – così come la colonna sonora – che però neppure alla fine sembra svelarsi del tutto, ma rimane sempre avvolta da un alone di mistero.

Giovanna Mezzogiorno interpreta la protagonista, Adriana, di cui si intuisce – anzi, usando un termine più in linea col film meglio dire si intravede – la tragedia familiare. La donna, un medico forense, si lega sentimentalmente, per un brevissimo periodo, ad Andrea. Ad allontanarli la morte di lui, avvenuta per cause misteriose.

Ma questa separazione, nella Napoli che ha un legame diretto, folclorico e profondo con i morti, non è assoluta. Adriana continua infatti a vedere Andrea, facendo sfumare il confine tra il regno dei morti e quello dei vivi.

Notevole come le due dimensioni si sovrappongano perfettamente al tessuto di una città che viene descritta con un tocco registico leggero e inusuale. A prendere forma è una Napoli oscura in senso antico, con moltissimi rimandi alla classicità, dalla rappresentazione del rito della figliata da parte dei femminielli all’apparizione di una Pizia moderna.

Nel complesso quella diretta da Ozpetek è un’opera molto interessante, che da però il suo meglio nella costruzione dell’atmosfera piuttosto che nell’interpretazione degli attori. Queste, infatti, risultano talvolta un po’ troppo caricate e innaturali, lasciando in chi guarda la fastidiosa sensazione di star guardando un film pensato più per la televisione che per il cinema.