“Monster Hunter”: quando la caccia al mostro è caotica, insulsa, fallimentare

Milla Jovovich di nuovo eroina nell'adattamento (brutto) di una serie di videogiochi

Un film di Paul W.S. Anderson. Con Milla Jovovich, Tony Jaa, T.I., Meagan Good, Diego Boneta, Josh Helman, Ron Perlman. Fantasy, 103′. USA, Germania 2020

Una ranger dell’esercito americano in missione in Medio Oriente si imbatte con la sua squadra in un varco dimensionale, che la trasporta in uno scenario coperto da dune di sabbia e popolato di enormi mostri. Questi danno la caccia al team, ma lei riesce a salvarsi e incontra un altro uomo, un veterano di questo mondo che parla una lingua sconosciuta. Dopo una fase conflittuale i due realizzano di dover collaborare, per raggiungere la misteriosa torre che apre il portale tra i mondi. In quella direzione si è diretta infatti anche la nave di cui il misterioso uomo è naufrago…

 

Non è la prima volta, purtroppo, che mi ritrovo a suggerire, con tutto il rispetto per la caratura internazionale del soggetto in questione, a un attore o a un’attrice di appendere le scarpe al chiodo, ovvero di farla finita con un certo tipo di ruoli, non più consoni per età anagrafica, ambizioni o altro. 

In passato è toccato al buon Bruce Willis, per fare un solo nome, beccarsi la mia reprimenda. Questa volta alla bella Milla Jovovich. Milla, dai retta a me, se ti propongono di nuovo di interpretare l’eroina di un videogioco rispondi: “No, grazie, ho già dato”! Sperando che l’esperienza in “Monster Hunter” di Paul W.S. Anderson non si riveli la pietra tombale per la tua carriera, perché allora potrebbe essere già troppo tardi per correre ai ripari…

Era dal “lontano” 2012 che il regista inglese cercava di portare sul grande schermo un adattamento dell’omonima serie di videogiochi. Alla fine c’è riuscito, e il film arriva su Sky Cinema e NOW dopo essere uscito in sala a metà giugno. Visto il risultato, se il progetto non fosse mai andato in porto forse sarebbe stato meglio.

Personalmente non ho mai giocato a “Monster Hunter” né tantomeno comprende questo desiderio frenetico degli addetti ai lavori di trasformare in film i videogiochi – operazioni che si dimostrano non solo insensate artisticamente ma anche fallimentari in termini di ritorno economico.

Per ciò che riguarda questo filone, ho a suo tempo ho recensito in modo molto critico la saga di “Resident Evil”, ma se paragonati a “Monster Hunter” qui film avevano il loro perché. Ed è tutto dire. “Monster Hunter” è un pasticcio narrativo senza eguali. Lo spettatore si trova davanti una storia insensata, caotica in cui sono mescolati diversi generi senza alcuna ratio o visione creativa.

La storia si apre in un deserto, con una pattuglia di ranger dell’esercito americano guidata dal capitano Natalie Artemis (Jovovich). Quella che sembra un mix tra una tempesta di sabbia e un temporale li investe, spingendoli non si sa come in un universo alternativo abitato da mostri giganti, una ridicola via di mezzo tra gli eredi di Godzilla e i dinosauri di Jurassic Park.

Rimasta sola, Natalie si allea con il misterioso “Cacciatore” (Jaa) per sconfiggere i mostri. Ma nel pieno della lotta, ecco irrompere sulla scena Admiral (Perlman) accompagnato da una squadra di altri cacciatori, di cui fa parte anche un gatto gigante che si comporta come un essere umano.

Lo spettatore rimane spiazzato da questo vistoso quanto mal preparato colpo di scena. La cornice narrativa si allarga, vengono introdotti nuovi personaggi ed evocati possibili scenari apocalittici per la Terra. Le spiegazioni sull’origine dei mostri, però, sono brevi, frettolose, buttate là solo per preparare il terreno alla battaglia finale. Battaglia che è spettacolare dal punto di vista visivo, ma fine a se stessa.

Da estimatore di Milla Jovovich non posso che dirmi dispiaciuto di averla coinvolta in un progetto così brutto e insulso. Un esperimento che, mi auguro, si chiuda qui e non abbia seguiti. Milla, una mano sulla coscienza, please!

 

Il biglietto da acquistare per “Monster hunter” è:
Neanche regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.