“Mia”: un dramma familiare originale, doloroso e angosciante

Il film di Ivano De Matteo è uno psico-dramma adolescenziale con un ottimo cast

Un film di Ivano De Matteo. Con Greta Gasbarri, Edoardo Leo, Milena Mancini, Riccardo Mandolini, Alessia Manicastri. Drammatico, 108′. Italia 2023

Mia è un’adolescente alle prese con un amore malato. Sergio è un padre premuroso che non si dà pace nel non vederla felice e, sopraffatto dalla disperazione, medita vendetta.

 

Quasi tutti i bambini iniziano a parlare dicendo “mamma” e “papà” ma poco dopo, in modo naturale, si passa a rivendicare il possesso degli oggetti. Quante volte, genitori, avete sentito i vostri figli piccoli dire la parola “mia/mio”?

Crescendo si impara che non è possibile possedere le persone, che l’affetto deve essere volontario, non imposto. Si impara… o si dovrebbe imparare! Perché per alcuni la gelosia e il possesso diventano veleno, una malattia dagli esiti talvolta drammatici.

Ivano Di Matteo nel suo nuovo film “Mia”, scritto insieme alla compagna Valentina Ferlan, racconta come e quanto l’amore possa condizionare, travolgere e a volte distruggere la vita stessa della persona amata.

Mia è una ragazzina di 15 anni come tante, che trascorre le sue giornate tra gli allenamenti di pallavolo, le lunghe chiacchierate con le amiche e le prime schermaglie amorose. Suo malgrado, si ritroverà “contesa” tra Marco, un ventenne arrogante e affascinante, e Sergio, il padre geloso e protettivo.

Edoardo Leo e Riccardo Mandolini danno vita ai rispettivi personaggi, rendendo credibile e destabilizzante questa lotta di potere, combattuta sul corpo, sul cuore e sulla testa della bella e fragile Mia.

Da una parte lo spettatore partecipa emotivamente al duello maschile, sposando talvolta le posizioni del primo, talvolta quelle del secondo. Dall’altra si chiede come mai nessuno consideri davvero Mia, ciò che vuole e ciò di cui ha bisogno, senza imporle una scelta quasi impossibile.

“Mia” è una girandola di emozioni contrastanti: trasmette angoscia, desiderio di libertà, senso d’impotenza. La storia d’amore “da favola” si trasforma in rapporto tossico e sfocia poi nel delicato tema del “revenge porn”, paradossalmente meno convincente sul piano narrativo e strutturale, perché slegato rispetto alle precedenti linee drammaturgiche e messo in scena in modo frettoloso.

“Mia” è un film che scuote chi guarda. È difficile non sentirsi partecipi di questo psico-dramma adolescenziale e, alla fine, spalleggiare il desiderio di vendetta di Sergio, perché nessun padre può accettare di vedere la propria bambina infelice per mano di un altro uomo.