“Maternal”: i diversi volti della femminilità in un esordio potente

Maura Delpero dirige una pellicola fortemente emotiva, ambientata nello spazio chiuso di un rifugio

Un film di Maura Delpero. Con Lidiya Liberman, Renata Palminiello, Denise Carrizo,  Agustina Malale, Marta Lubos. Drammatico, 91′. Italia, Argentina 2019

L’Hogar è un luogo paradossale in cui la maternità precoce di un gruppo di adolescenti convive con il voto di castità delle suore che le hanno accolte, tra rigide regole e amore cristiano. Suor Paola è una giovane suora appena arrivata a Buenos Aires dall’Italia per finire il noviziato e prendere i voti perpetui. Lu e Fati sono diciassettenni bruscamente trasformate in madri. Tre donne diverse che influenzeranno reciprocamente le loro vite e il loro rapporto con la maternità.

 

Studio sorprendente sulla maternità realizzato nella peculiare dinamica di un centro cattolico a gestione italiana a Buenos Aires, l’Hogar, che ospita madri single giovanissime e suore, “Maternal” è l’impressionante debutto alla regia di un lungometraggio di finzione per Maura Delpero.

Al centro del film, il tema della maternità, analizzato attraverso i personaggi contrapposti di Suor Paola e delle madri 17enni Lu e Fati. Una suora, che ha scelto il celibato, può capire cosa significhi essere madre? E cosa rende una madre una buona madre?

Lo sfondo del rifugio, esaltato dai toni neutri interrotti dalle macchie di colore nei disegni dei bambini, è cupo, ma sereno e molto realistico. In questo spazio la Delpero riesce ad avere un controllo meraviglioso sulle composizioni e sui cambiamenti di prospettiva, dandoci tempo per comprenderne il punto di vista dei personaggi.

Film di volti, girato con luce soffusa e concentrato esclusivamente su queste donne e sulla loro vita all’interno delle mura del convento, “Maternal” ci invita a guardare e sentire come si sentono queste donne, a immaginare cosa passa loro per la testa anche se non ce lo dicono. Un film fortemente emotivo e potente, nonostante l’apparente austerità.