Siete ancora sotto shock dopo l’inaspettato quanto romantico finale di Montalbano (se volete rinfrescarvi la memoria, qui la nostra recensione de “Il metodo Catalanotti”)? State sperimentando un certo “mal di Sicilia”?
Tranquilli, cari teledipendenti, mamma Rai dimostra di avere a cuore la vostra stabilità psico-emotiva, e per una serie “siciliana” che si chiude – almeno per adesso – è già pronta a iniziarne un’altra, ambientata questa volta nella meravigliosa riserva dello Zingaro.
“Màkari”, tratta dalle opere di Gaetano Savatteri, con Claudio Gioè nei panni del giornalista e detective per caso Saverio Lamanna, arriverà su Rai1 da lunedì 15 marzo per quattro prime serate e altrettanti episodi.
Alla conferenza stampa di presentazione, la prima a prendere la parola è stata, come di consueto, la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, che ha posto l’accento sulla “continuità gialla” della serie rispetto a Montalbano ma anche sulle differenze tra i due titoli.
“Lamanna è un personaggio che siamo certi piacerà al nostro pubblico. A differenza di Montalbano non è un poliziotto ma un giornalista-investigatore. In questo caso, il giallo si mescola al melodramma con anche delle fiammate grottesche.”
Carlo Degli Esposti, produttore della Palomar, ha parlato della fonte letteraria della serie, i romanzi di Gaetano Savatteri.
“La letteratura, in particolare la letteratura siciliana, è un mio costante punto di riferimento. Quando ho letto i romanzi di Savatteri non ho avuto dubbi nell’immaginare che Lamanna potesse diventare un personaggio televisivo. Abbiamo accesso i riflettori su un’altra parte meravigliosa della Sicilia, e averlo fatto girando in piena pandemia è un’altra cosa che ci riempie di soddisfazione”.
Il regista Michele Soavi ha iniziato parlando della sua esperienza sul set e del “mal di Sicilia”, a cui accennavamo in apertura, per poi concentrarsi su come ha voluto rappresentare i personaggi.
“Per me Màkari ha rappresentato un salto stilistico e di genere rispetto ai miei precedenti lavori. Anch’io sono stato fulminato dal mal di Sicilia. Inizialmente questa terra mi è sembrata quasi invadente, ma poi sono sentito accolto, quasi viziato. Saverio Lamanna (Gioè) è come un Don Chiosciotte naufragato a casa propria. Trova il suo Sancho Panza in Peppe Piccionello (Domenico Centamore), vecchio amico d’infanzia. La sua “disgrazia professionale”, diciamo, gli concede di riscoprire il valore e l’importanza dell’amicizia. Suleima (Ester Pantano), studentessa d’architettura tornata per l’estate in Sicilia, invece, l’ho immaginata come una Venere, ma della porta accanto.
Claudio Gioè ha raccontato in breve il suo personaggio, che dopo una delusione professionale torna nella casa di famiglia di Màkari e in un certo senso riscopre se stesso, e il suo rapporto con la Sicilia.
“Saverio Lamanna è un giornalista per professione e un detective per caso. Ci accomunano diverse cose, siamo entrambi palermitani, ironici, curiosi. Interpretarlo è stato un piacere. Per come la vedo io, ogni indagine che porta avanti è anche un’indagine su stesso, un modo per guardarsi allo specchio. Dopo aver vissuto per tanto tempo altrove, diciamo che vede la Sicilia con occhi più disincantati. Ma soffre comunque, per tutti i motivi che le impediscono di riscattarsi”.
Esther Pantano parla invece del suo personaggio, che non incarna soltanto un ideale di bellezza ma è anche ironica e capace di tenere testa al protagonista.
“Suleima è una donna curiosa, ironica. All’inizio tra lei e Saverio non c’è amore, ma scatta indubbiamente un forte feeling. Questo incontro è una novità, per lei. Ma dal canto suo, Suleima decostruisce, con ironia e intelligenza, le certezze di Saverio. E lo aiuta anche nella sua indagine socio-culturale. È capace di tenergli testa, ecco, e così facendo, con il confronto, lo aiuta in molti modi”.
È quasi impossibile non parlare, almeno per un attimo, della pandemia e di come questa abbia influenzato la produzione. Il regista Michele Soavi racconta le difficoltà di girare durante il Covid, in estate (ricordiamo che le riprese, previste in origine per la primavera del 2020, sono state poi posticipate).
“La produzione ci ha tutelato il più possibile, con un numero molto alto di tamponi settimanali, ad esempio. Ma gestire le comparse, ad esempio, è stato complesso. E non vi nego che anche girare, indossando la mascherina, con temperature sopra i 30° non è stata una passeggiata”.
Gli ingredienti per un – nuovo – successo targato Rai ci sono tutti. L’appuntamento è lunedì 15 marzo per il primo episodio della miniserie “Màkari”.