Quando un romanzo viene pubblicato dopo essere già stato un successo online (vedi la saga di “After” della Todd) il rischio della fregatura, per il lettore che ha superato i 15/18 anni, è sempre dietro l’angolo. A mia “discolpa”, nel caso di “Magnolia Parks” di Jessa Hastings va detto che quando ho iniziato a leggerlo io non avevo idea dei suoi trascorsi.
Non sapevo che l’autrice si è auto-pubblicata, è diventata una stella su TikTok e il passaparola l’ha poi portata alla ribalta, attirando l’attenzione degli editori – che, siamo onesti, oggi in troppi casi pensano prima di tutto alle vendite e se un’autrice ha già un suo pubblico esteso di base… tanto basta per investirci!
Non sapevo neanche – e anche questo è stato positivo, perché altrimenti sarei partita con ben altre aspettative, destinate a venire miseramente deluse (lo voglio premettere) – che su alcune testate questo è stato definito “il libro dell’anno”, e che qualcuno lo ha accostato a “Gossip Girl”, però con un’ambientazione londinese.
Che dire: portando avanti il paragone con “After”, a cui è abbastanza naturale accostarlo, possiamo dire che, quanto meno, “Magnolia Parks” non è scritto troppo male ed ha una copertina che attira. Certo, personalmente ho trovato fastidiosissima l’abitudine della protagonista di: 1. Farsi i complimenti da sola (quanto mi sta bene questo, quanto sono carina oggi, e via dicendo) e 2. Catalogare per filo e per segno gli outfit suoi e dei suoi amici, con tanto di modelli e marche, che dopo la quinta volta è di una pesantezza unica.
Detto questo, la “storia d’amore” e in generale la caratterizzazione dei protagonisti Magnolia e BJ è da mettersi le mani nei capelli. In pratica queste due anime gemelle dell’alta società britannica, che si conoscono da sempre e sono state insieme da quando erano ragazzini, si sono lasciate perché lui l’ha tradita. Da allora, però, e sono passati tre anni, sono intrappolati in una sorta di loop e non hanno mai davvero preso le distanze uno dall’altra.
Ora dico, ma secondo voi è normale, quando hai chiuso una storia, dormire ancora nello stesso letto? Essere alla costante ricerca di attenzioni, fare ripicche ed essere gelosi delle altre (come fa lei)? Essere gelosi di chiunque le si avvicini e rispondere andando a letto con una ragazza dopo l’altra (come fa lui)? Se la vuoi riconquistare – e hai 24 anni, non 12! – cerchi di rigare dritto, almeno il tempo di riaverla! Se te lo vuoi riprendere – e ci può stare, dopo un tradimento, non è mica un reato! – lo fai e basta. Loro no. Un tira e molla continuo, con tanto di coinvolgimento in questo caos distruttivo di persone tendenzialmente innocenti.
Non vorrei deludervi, ma la trama è tutta qui: un ripetersi in loop della stessa situazione. Lui si professa innamoratissimo (nella sua mente, perché leggiamo sia il POV di lei che il POV di lui) e cerca di farsi perdonare, lei è tentata ma quando sta per cedere lui fa una qualche cavolata (si droga quando ha promesso di non farlo, si fa l’ennesima ragazza insignificante o entrambe) e lei si allontana. E ancora. E ancora.
Quando finalmente sembra che Magnolia abbia spezzato il circolo vizioso – e direi alla buon’ora, dopo che lui l’ha insultata, completamente fatto di cocaina, e le ha pure dato una sberla! – e sia pronta, nonostante il dolore, ad andare avanti ecco che… sorpresa! “Non posso vivere senza di lui. Per lui morirei ed è questo il problema” – e non si capisce nemmeno bene come sia passata da uno stato mentale all’altro, cosa le abbia fatto cambiare idea.
Il problema, l’ho scritto sopra, è che questi sono 22/24enni che si comportano come 15enni, che hanno la profondità emotiva di un ragazzino e probabilmente il cervello di un infante. BJ, soprattutto, è imbarazzante: un primate mosso nemmeno dall’istinto, semplicemente dalla marea. I suoi capitoli sono tremendi per quanto risulta vuoto, inutile e contraddittorio, completamente incapace di assumersi le proprie responsabilità – tenetevi pronti, perché come nel più classico dei classici, a un certo punto arriverà a pensare che “la colpa” di tutti i loro problemi di coppia è nel contesto, nella Londra “cattivona” che tira fuori il peggio di loro, e se solo si trasferissero in un paesino sperduto…
In conclusione, “Magnolia Parks” è un romanzo ripetitivo ma divertente – perché se superi la tentazione di battere la testa nel muro per quanto tutti sono viziati, prevedibili, contraddittori e vuoti non puoi fare a meno di ridere! Pensate solo che l’autrice, senza approfondire minimamente, ma giusto per il gusto di scriverlo, secondo me, di tanto in tanto tira dentro anche qualche “boss della malavita”. Un romanzo che fa anche riflettere sui gusti del pubblico e dei lettori – cosa rende una storia del genere un successo quando ce ne sono centinaia, migliaia, scritte e sviluppate meglio? I misteri dell’epoca digitale.