di Amira Dridi
Dodici autrici per undici biografie in un’antologia che raccoglie le gesta di alcune delle più grandi donne della Rossa, la Dotta e la Grassa. È questo “Le donne che fecero l’impresa. Nessun pensiero è mai troppo grande”, illustrato da Chiara Casarini ed edito da Edizioni del Loggione.
Quando pensiamo a Bologna e all’Emilia Romagna in generale, non ci viene mai in mente che, oltre a essere stata la madre di grandi scienziati come Guglielmo Marconi, pittori come Giorgio Morandi e cineasti come Pier Paolo Pasolini o Federico Fellini, è stata – ed è tuttora! – la patria di grandi donne che hanno fatto grandi e piccole cose.
Pensiamo a Stella Pedrazzi che ha trasformato il forno avviato dal marito in uno dei pani-pastificio cittadini più importanti di inizio 1900, in via Santo Stefano. Tortellini, grissini e pane erano conosciuti in tutta Bologna, e dalla stazione ferroviaria arrivavano fin sulla collina che, ieri come oggi, è la residenza dei cittadini benestanti.
Pensiamo a Isotta Zerri, cappellaia degli anni ’60, che ha rifiutato di trasferirsi a Parigi per collaborare con grandi nomi dal calibro di Coco Chanel e Dior per rimanere invece nella sua città natia. E a Luciana Gatti Emiliani che nel 1964, assieme al marito Giovanni, ha aperto la scuola guida l’Emiliani, e da neo mamma si è recata nei comuni vicini a dare lezioni di guida ai contadini che non potevano arrivare fino in città.
E che dire di Ada Masotti, che aprì una piccola corsetteria, trasformandola poi in un impero di ricerca e qualità che oggi tutti noi conosciamo molto bene con il nome di La Perla, o di Elisabetta Sirani, figlia del Seicento e del barocco, che occupò il posto del padre, Giovanni Sirani, insegnando il mestiere dell’arte e della pittura a giovani donne che divennero poi grandi professioniste.
Queste eccezionali donne e altre ancora finalmente hanno il loro posto al sole: la collana “Agrodolce” dell’Edizioni del Loggione.
Presentato per la prima volta un anno fa – il 7 marzo 2016 -, “Le donne che fecero l’impresa” ha avuto un tale successo che ancora oggi le dodici autrici girano l’Emilia Romagna e non solo raccontando la loro esperienza e questo progetto comune.
L’idea nasce tre anni fa da Katia Brentani delle Edizioni del Loggione e Lorena Lusetti, scrittrice di gialli dall’ambientazione prevalentemente bolognese, che hanno raccolto poi intorno a loro le altre dieci penne.
Le ricerche per le undici biografie non sono state semplici, alcune piste sono state persino abbandonate per mancanza di materiali.
I testi, scritti in chiave narrativa, prendono il là dai ricordi di donne che hanno collaborato con le impresarie, oppure da merletti, stoffe, pizzi e abiti da sogno recuperati in vecchi cassetti impolverati.
Nel libro si parla di imprenditrici, lavoratrici coraggiose e produttrici di sogni diventati realtà in un’epoca in cui la donna non era vista di buon occhio, se decideva di tentare di affermarsi anche in ambito lavorativo e non solo familiare.
Eppure le vite di queste undici donne insegnano che nessun pensiero è mai troppo grande – come ricorda anche il titolo del volume. Siamo noi stessi, spesso, il limite più grande alla nostra auto-affermazione; siamo noi a tarparci le ali per paura.
Queste donne hanno saputo valorizzarsi e fra fruttare il proprio talento, rimboccandosi le maniche e credendo fortemente nei loro sogni, che hanno reso realtà.