di Sara Cappellini
Lorenzo Marone ha entusiasmato tutti con “La tentazione di essere felici“: la casa editrice Longanesi che è corsa ad acquistarne i diritti, gli editori esteri che si sono contesi la possibilità di pubblicarlo ancor prima dell’uscita in Italia, e per finire il soggetto più importante in questo campo, i lettori. Se in poco più di un mese questo romanzo si è già ritagliato uno spazio tra i migliori libri degli ultimi tempi, una ragione c’è.
Cesare Annunziata ha settantasettenne anni, ma è ben lontano dal poter essere definito un tenero vecchietto rimbambito. Al contrario, è burbero, egoista e ha ancora una mente attiva. Argutissime e insieme poetiche sono le riflessioni di Cesare sulla vita e sul suo passato, a cui ogni tanto si lascia andare anche se ripete più volte di non far parte di quei vecchi malinconici che non fanno altro che rimpiangere gli errori passati.
“Le persone accigliate, scontrose e sfiduciate non sono davvero cattive, è solo che, a differenza degli altri, non sono state in grado di reggere la verità e, cioè, che il mondo non è un posto per buoni”, dice, rivelandoci che quella dello scorbutico è una maschera che si è costruito su misura per affrontare la vita.
In fondo Cesare non è affatto contento di essere quel tipo di nonno che non fa cose come andare a prendere il suo nipotino a scuola, e quel tipo di padre a cui i suoi figli non confidano nulla delle loro vite. Cesare è l’unico a cui il figlio Dante non ha ancora confessato di essere gay.
Mio figlio è omosessuale. Lui lo sa. Io lo so. Eppure non me l’ha mai confessato. Niente di male, sono molte le persone che attendono la morte dei genitori per lasciarsi andare e vivere liberi la propria sessualità. Solo che con me non funzionerà, ho intenzione di campare ancora a lungo, almeno una decina d’anni.
Quando però nella sua vita appare Emma, la vicina di casa con un marito violento a cui non riesce a evitare di tendere una mano, Cesare comincia a uscire dalla sua bolla di egoismo e scontrosità. Dice a Dante che gli vuole bene così com’è, inizia a impicciarsi della vita della figlia Sveva, che scopre avere una relazione extraconiugale con un “vecchiaccio”, chiede all’attempata prostituta con cui ha un proficuo rapporto da anni di uscire a cena con lui…
Insomma, il libro di Marone è un vero e proprio romanzo di formazione, solo che questa volta il protagonista non ha undici anni, ma settantasette.
“La tentazione di essere felici” è la storia – commovente, scorrevole, scritta con uno stile esemplare – di un uomo che finalmente scopre che per essere felici bisogna lasciarsi andare. Forse possiamo permetterci questa filosofia di vita solo a settant’anni, quando non si ha più niente da perdere?