“La scrittrice del mistero”: amore e thriller a stelle e strisce per Vani Sarca

Alice Basso torna a raccontare le avventure della ghostwriter torinese in total black, tra libri e giallo

Dopo dodici mesi di attesa, e due racconti inediti, è arrivato finalmente “La scrittrice del mistero” di Alice Basso, quarto capitolo delle avventure della ghostwriter Vani Sarca, sospese tra libri e giallo.

Nel corso degli anni confesso che mi sono molto affezionata alla protagonista, al suo cinismo che alla lunga lascia pensare a una corazza costruita per difendersi dalle delusioni, ai suoi look total black alla Lisbeth Salander, alla sua Torino – che ho chiamato “casa” per tre anni e che è sempre bello ritrovare, vivida e palpitante, nelle pagine di un libro.

Confesso che la lettura mi ha lasciata questa volta un po’ dubbiosa – soprattutto nella prima parte. Ci sono elementi che mi hanno conquistata, altri che mi hanno fatto pensare di essere stata troppo entusiastica con le mie recensioni in passato.

La trama funziona, è addirittura più lineare e consistente di quella degli altri capitoli della serie – sarà che per una volta il “crimine” su cui Vani indaga affiancando come consulente il commissario Berganza è credibile, contenuto, giusto per un romanzo come questo. Se in passato mi ero trovata a pensare che la presenza di Vani in certe situazioni finisse per ridurre la parte del giallo/thriller a una bambinata, in questo caso tutto regge.

Quello che mi ha lasciata con l’amaro in bocca è proprio lei, Vani Sarca. Se in passato l’avevo trovata arguta, priva di filtri, pungente e un po’ “orso” ma comunque apprezzabile qui, soprattutto all’inizio, mi è sembrata eccessivamente scurrile, eccessivamente stronza.

Vani e Berganza si sono dichiarati e hanno iniziato una relazione; sul lavoro le cose vanno tutto sommato bene – ha anche ottenuto un aumento di stipendio. Perché tutto questo livore, allora? Parolacce come se piovesse, cattiverie come se piovesse. Le cose migliorano via via che la storia procede – che la Basso si fosse un po’ fatta prendere la mani e abbia recuperato strada facendo? – ma resta la sensazione di un personaggio uscito dai binari.

Ho apprezzato molto, invece, le parti in flashback e nel presente legate al personaggio di Lara, la sorella di Vani. Ci è sempre stata presentata come la bella che non balla, quella impegnata a preoccuparsi solo di trucco e vestiti, ma in questo libro Lara guadagna in profondità – pur non stravolgendosi.

Cosa avrà in serbo il futuro per lei? E per la “piccola” Morgana, che ha gettato gli ormeggi per lanciarsi nella sua prima avventura sentimentale? E per Vani e Berganza, coppia sui generis che però provoca in chi legge tanta tenerezza? E per Enrico, che alla fine di “La scrittrice del mistero” nuota tutt’altro che in acque tranquille?

Dovremo presumibilmente aspettare dodici mesi o giù di lì per saperlo. Nel frattempo, chissà che Alice Basso non ci regali qualche altro racconto inedito – come “La ghostwriter di Babbo Natale” e “Nascita di una ghostwriter” – per ingannare l’attesa e conoscere ancora meglio il mondo di Vani e degli altri.