Se c’è una cosa che, arrivati a questo punto, dovrebbe avermi insegnato la serie delle Sette sorelle di Lucinda Riley, edita da Giunti, è a non partire prevenuta, a non pensare già di sapere, basandomi sulla sinossi e poco più, se un libro mi piacerà o meno.
Su “La ragazza della luna“, romanzo dedicato alla storia della quinta sorella D’Aplièse, la “spirituale” Taigete detta Tiggy, ero infatti piuttosto fredda e scettica, e invece devo dire che il romanzo mi ha sorpresa in positivo, soprattutto nella prima metà.
La storia inizia, nel presente, nelle Highlands scozzesi dove Tiggy si occupa di una specie felina a rischio di estinzione nella riserva naturale di Kinnaird, ma si sposta poi nella Spagna di inizio Novecento, per raccontare in parallelo le vicende della nonna della protagonista, la leggenderia ballerina di flamenco Lucía Amaya Albaycín. E non è finita qui. Il destino e il corso della storia porteranno sia Lucía che Tiggy a viaggiare parecchio…
Le diverse ambientazioni aiutano a rendere “La ragazza della luna” piacevole da leggere e abbastanza avvincente, anche se a partire dalla seconda metà del libro il ritmo tenda a calare, la storia ad arrancare, l’attenzione a latitare.
La prima parte della vita di Lucía, la nascita nella comunità gitana di Sacromonte a Granada, il primo ingaggio come ballerina a soli 11 anni a Barcellona con il padre, il distacco dalla madre e dai fratelli è decisamente più avvincente della seconda. Crescendo, infatti, Lucía tende a diventare un personaggio un po’ troppo melodrammatico e stereotipato. La sua storia d’amore con Menique, poi, non risulta emozionante e iconica come dovrebbe essere.
Anche Tiggy compie il suo viaggio – sia fisico che spirituale – nel corso del libro, con passaggi più o meno interessanti. Personalmente ho trovato alcune scelte narrative alquanto discutibili – e soprattutto poco credibili. Capisco la necessità di far intrecciare le vicende delle Sette Sorelle nel corso dei libri, di non lasciare che ognuna sia un’isola a se stante ma che porti avanti anche un discorso globale, ma c’era davvero bisogno di far arrivare a Granada una Ally in stato di gravidanza avanzata? E di far spuntare ad Atlantis un ascensore verso la cantina che in vent’anni Tiggy non ha mai notato? Mha.
La scelta di raccontare una cultura come quella gitana/rom, spesso dimenticata o mal giudicata, dopo essersi dedicata in “La ragazza delle perle” a quella aborigena australiana, evidenzia la lodevole volontà dell’autrice di dar voce agli oppressi, ai popoli che nel corso della storia hanno rischiato – e rischiano – di venire cancellati. La componente magica/spiritistica della faccenda (con i rimedi della bruja Angelina che miracolosamente guariscono la patologia cardiaca di Tiggy, ad esempio) mi ha lasciata un po’ scettica, ma comunque.
Stesso discorso per la scelta di affrontare nel libro non solo tematiche “leggere” come la ricerca delle origini e dell’amore, ma anche altre più delicate: la salvaguardia ambientale, il bracconaggio, le difficoltà per un adolescente di vivere con due genitori che non vanno d’accordo. Insomma “La ragazza della luna” parla di Tiggy e del suo viaggio, ma anche di natura, famiglia, responsabilità nei confronti degli animali e del pianate Terra.
E adesso è il momento di ascoltare la storia della sesta sorella, la focosa Electra, protagonista de “La ragazza del sole” che probabilmente uscirà in libreria nel 2020. Per quello che abbiamo saputo fino ad oggi di lei, Electra mi sembra un personaggio promettente – la bella e dannata, tutta vizi e sregolatezza. Staremo a vedere se il suo romanzo sarà all’altezza delle aspettative.