“La porta rossa”: al via la 2° stagione della serie con Lino Guanciale

Il crime incontra l'elemento sovrannaturale e quello sentimentale, per una storia di successo

Dopo il successo, per certi versi inaspettato, della prima stagione – oltre 3 milioni di spettatori con il 13,4% di share, il doppio di quello che abitualmente ottiene la seconda rete Rai -, “La porta rossa” torna su Rai 2, a partire da questa sera, mercoledì 13 febbraio. Dodici nuovi episodi per sei serate all’insegna del noir.

Ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi e diretta da Carmine Elia, la serie riprende il racconto sei mesi dopo la fine della prima stagione. Il commissario Cagliostro (Guanciale) è riuscito a svelare l’identità del suo assassino e a salvare sua moglie Anna (Pession). Mentre sta per lasciare il mondo dei vivi, però, Jonas (Andrea Bosca), il mentore incontrato nella dimensione spirituale, si risveglia dal coma…

Domande a cui dare una risposta e tanti nuovi interrogativi che nascono mano a mano che la narrazione prosegue. Lo sfondo della storia è ancora una volta la città di Trieste, rappresentata quasi sempre di notte quasi fosse una realtà distopica, cupa, piovosa – a tratti fa venire in mente l’ambientazione del film “Il corvo”.

L’aspetto più interessante della “Porta rossa”, quello che la contraddistingue da tante altre serie crime, rimane quello sovrannaturale. Il protagonista è morto… ma questo non rappresenta un ostacolo. Perché “la fine non esiste”, come dice più volte Cagliostro.

La ghost story diventa quindi un mezzo per parlare di tutto ciò che è “fantasma” nelle nostre vite: dagli errori commessi ai quali non si è rimediato ai rapporti interpersonali che a volte ci sfuggono e non siamo in grado di capire.

“La porta rossa” dimostra ancora una volta di sapere gestire bene la commistione di generi – il giallo, il sovrannaturale e naturalmente la commedia sentimentale, con una declinazione tutta particolare -, affrontando con realismo tematiche universali.