di Simona Quadri
Arriva nelle sale italiane per due sole giornate “Montage of Heck”, il tributo al leader dei Nirvana Kurt Cobain. Nonostante il cantautore e chitarrista sia scomparso da 21 anni (l’anniversario della morte è ricorso il 5 aprile), resta ancora molto da raccontare intorno alla vita di questa figura carismatica, leader di una delle band più apprezzate degli anni ’90.
Il docu-film, “Kurt Cobain: Montage of Heck”, è frutto del lavoro attento e minuzioso del regista Brett Morgen, durato ben otto anni. La pellicola è stata presentata all’ultima edizione del Sundance Film Festival, sarà proiettata nelle sale italiane il 28 e 29 aprile, e il 4 maggio sarà trasmessa dalla HBO, il canale televisivo americano.
Si tratta del primo documentario autorizzato che racconta la vita, a metà tra genio e follia, del cantante. Un “collage di sonoro e immagini”, che unisce materiale fornito dalla famiglia di Cobain – in primis dalla figlia Frances Bean – a canzoni ed esibizioni dei Nirvana, oltre che ad alcuni brani originali mai diffusi prima.
Il documentario ripercorre tutta la vita di Kurt Cobain e inizia con alcune immagini private, tra le quali spicca quella del cantante da bambino che scarta i regali di Natale. Un ritratto delicato, dalle diverse sfaccettature, che è stato realizzato grazie alla collaborazione produttiva di due figure chiave nella vita di Cobain: la figlia Frances Bean e la moglie Courtney Love (da sempre presenza controversa e ingombrante).
Il regista Brett Morgen ha dichiarato in alcune recenti interviste che con il film ha voluto raccontare la storia di Cobain non come quella di un’icona del rock bensì come quella di un ragazzo che diventa grande, sostenuto da un grande talento, e lottando quotidianamente con la sua vena di follia e con la “collisione quotidiana” con il mondo circostante, come sostenuto dalla madre.
Un lavoro importante, visionario e davvero ben realizzato che evidenzia la crescita personale del leader dei Nirvana, ritratto nei suoi momenti più privati. La figlia Francis Bean Cobain, che non ha avuto modo di conoscere a fondo il padre dal momento che quando lui morì aveva solo due anni, si è mostrata particolarmente emozionata alla presentazione della pellicola al Sundance Film Festival.
Raccogliendo interviste esclusive agli amici e ai familiari di Cobain, il documentario si avvale anche dell’animazione per narrare alcuni momenti della vita del cantante.
Un docu-film che è prima di tutto un tributo al frontman dei Nirvana, scomparso prematuramente nel 1994 a soli 27 anni, e divenuto un’icona. Tra i brani intramontabili che ha composto ricordiamo “Smells Like Teen Spirit”, considerato da molti l’inno della cosiddetta “Generazione X”.
Nella mia adolescenza, ho amato alla follia Kurt Cobain, e non mi lascerò sfuggire questo capolavoro, spero che voi facciate lo stesso. Buona visione!