Stefania Serrapica è nata a Pompei nel 1981. Figlia di un’artista e di un numismatico, si è appassionata all’arte all’età di 13 anni. Ha frequentato la scuola d’Arte e successivamente la facoltà di Scultura, all’Accademia di Belle Arti di Napoli. La sua produzione, vanta centinaia di opere, tra sculture e dipinti.
“Bienvenue en Miles Gris – Il villaggio degli occultatori”, edito da Edizioni Eiffel, uscito in libreria il 29 settembre, è il suo romanzo d’esordio.
Il 29 settembre è uscito in libreria il tuo romanzo di esordio, “Bienvenue en Miles Gris”, un noir-fantasy con atmosfere gotiche e personaggi dalla forte caratterizzazione. Come ti senti sapendo che il tuo libro ha intrapreso il suo percorso nel mondo?
Volete sapere come mi sento? Mi sento pronta.
Il libro è il primo di una trilogia. Perché hai deciso di esordire nel mondo della narrativa lanciandoti in un progetto così complesso e a lunga scadenza? Non hai paura che la cosa possa sopraffarti?
Non hai mai paura quando hai alle spalle un paracadute fatto di amici e colleghi che invece di intralciarti, ti sostengono. Il secondo manoscritto è quasi pronto, e la stesura è stata semplice. Ho avuto le idee chiare fin dall’inizio sul destino dei protagonisti e su come concludere la trilogia. Se avessi avuto dubbi, in ogni caso, lo avrei fatto comunque.
La protagonista Mina (i più attenti avranno sicuramente notato la citazione da “Dracula” di Bram Stoker) è un’adolescente inerme e artistica che viene trasportata in una dimensione diversa dalla sua – Miles Gris, appunto – e deve tirare fuori il carattere per sopravvivere. Quanto c’è di Stefania Serrapica in questo personaggio?
Poco o addirittura niente. L’arte è la mia “comfort zone”, e l’approccio alla scrittura doveva momentaneamente farmi sentire al sicuro. Il primo libro di Stephen King ha come protagonista uno scrittore con una personalità molto lontana da quella di King, e credo di aver fatto lo stesso con Mina. Mina è da considerarsi più un tributo all’arte che una nota autobiografica. Mi rivedo tantissimo, in compenso, nel personaggio di Quentin Marat. Abbiamo davvero molte cose in comune.
Il fantasy è un mondo prevalentemente maschile, ma negli ultimi anni personaggi femminili forti stanno emergendo – penso a Hermione Granger della serie di “Harry Potter” oppure ai personaggi di Licia Troisi. Quanto credi che sia importante, per le giovani lettrici, avere dei modelli positivi a cui ispirarsi? E ti spaventa il fatto di venire inserita in una nuova linea di pink fantasy insieme ad autrici così seguite e importanti?
Sì, il fantasy è un mondo prevalentemente maschile, ma nel mio romanzo Mina rappresenta la voce narrante, puoi affezionarti a lei come ad un altro dei sei personaggi principali, cosa che accade spesso nelle saghe. Mina potrebbe essere un ottimo esempio per un’adolescente, poiché da ragazzina immatura e impaurita si ritrova catapultata in una serie di problemi e difficoltà facendosi carico anche di grosse responsabilità. Il libro parla di una piccola comunità dove le cose devono incastrarsi perfettamente per non soccombere e affronta tematiche molto importanti, tra cui l’amicizia e la lealtà. Autrice seguita e importante? Se la cosa dovesse realmente concretizzarsi, avvisatemi!
“Bienvenue en Miles Gris”, affascinante a partire dal titolo, promette di catturare lettori di tutte le età, amanti del genere e non. Una curiosità sulla stesura di questo primo capitolo che vuoi raccontare ai nostri lettori?
Sebbene la lettura di questo libro sia semplice e scorrevole, ho inserito nel testo una serie di immagini, particolari e collegamenti che, se colti dal lettore, possono riservare belle sorprese.
Grazie a Stefania Serrapica per essere stata con noi.