Un film di Pete Docter e Ronnie Del Carmen. Con Mindy Kaling, Bill Hader, Amy Poehler, Phyllis Smith, Lewis Black. Animazione, ’94. USA, 2015
Riley ha undici anni e una vita felice. Divisa tra l’amica del cuore e due genitori adorabili cresce insieme alle sue emozioni, sistemate in un attrezzatissimo quartier generale. Dentro la sua testa governa Gioia, positiva e intraprendente, si spazientisce Rabbia, si turba Paura, si immalinconisce Tristezza, arriccia il naso Disgusto. Trasferiti dal Minnesota a San Francisco, Riley e i genitori provano ad adattarsi alla nuova vita. Ma le cose non saranno così semplici – nel mondo reale, così come in quello delle emozioni…
L‘uomo è una miscela meravigliosa di materia e spirito, e quello che lo differenzia dai suoi simili sono le emozioni. Sì, avete capito bene. Le emozioni nascono con noi e ci accompagnano per tutta la nostra esistenza, scandendo i diversi momenti che viviamo, proteggendoci, condizionandoci. Ma come sono fatte, di preciso? Come interagiscono tra di loro? E in che maniera ci guidano?
Non volendo scomodare Freud e annoiarvi con nozioni e teorie psicoterapiche, provate ad aprire la mente e a immaginare che Gioia, Rabbia, Tristezza, Disgusto, Paura siano fatte esattamente come noi e trascorrano le loro giornate nel quartier generale della nostra mente, passandosi il comando a seconda degli avvenimenti esterni.
Questo almeno è quella che ha pensato la Pixar nel suo ultimo film d’animazione, “Inside Out”, uno dei grandi successi al cinema del 2015, che arriva oggi su Sky Prima Fila.
Lo spettatore viene trasportato, sin dal giorno della nascita, nella mente di Riley, dove vivono e operano le emozioni. Gioia – ottimista, vivace e positiva – è la prima a comparire, non appena la neonata apre gli occhi e vede i genitori. La felicità di Riley è la sua priorità e per questo, nel corso degli anni, mano a mano che la bambina cresce, Gioia cerca di tenere a bada i colleghi: Rabbia, Disgusto, Paura e soprattutto Tristezza.
Quest’ultima, sebbene docile e silenziosa, è temuta a causa della sua stessa essenza. Gioia desidera per Riley soltanto giorni sereni e bei ricordi, ma quando Tristezza, per sbaglio, tocca un ricordo-base di Riley (uno di quei ricordi che definiscono la personalità della ragazzina), nel quartier generale delle emozioni scoppia il caos. Gioia vorrebbe guarire il ricordo, così inizia un incredibile viaggio nella testa di Riley insieme alla sua nemesi blu.
Un viaggio fiabesco attraverso la memoria, i ricordi, la fantasia e tutte quelle emozioni che rendono ogni esistenza unica e originale. Una sorta di ascesa dantesca verso il Paradiso, attraverso la quale scopriamo sentimenti, paure e sogni come se fossero dei piccolo mondi o dei parco giochi colorati, rumorosi e soprattutto abitati da buffi personaggi dediti a far funzionare il cervello.
Un film d’animazione divertente, ben scritto, a suo modo visionario ed emozionante che nasconde, come spesso accade nei film “per bambini”, anche messaggi importanti. A tutti piacerebbe essere sempre felici, ma la vita reale è composta da più fattori, e in questo mix un po’ magico anche la Tristezza ha il proprio ruolo. È quello che imparerà prima di tutto Gioia nel suo avventuroso viaggio.
La regia è sicuramente di talento, pregevole e di grande impatto visivo e scenico. Sebbene nella parte centrale del film il ritmo rallenti e l’intreccio narrativo perda in incisività e fluidità, questo resta comunque un prodotto godibile.
“Inside out” magari non è il capolavoro assoluto della Pixar, come qualche critico ha scritto, ma sicuramente è una bella pagina di cinema. Il poetico e toccante finale non fa che ricordarci che, a volte, piangere fa bene perché può portarci poi una felicità più ampia e duratura.