“Illusioni perdute”: un classico moderno che esplode sullo schermo

L'adattamento di Xavier Giannoli del classico di Balzac è spassoso e convincente, riuscito

Un film di Xavier Giannoli. Con Cécile De France, Gérard Depardieu, Xavier Dolan, Jeanne Balibar, 
Benjamin Voisin. Drammatico, 144′. Francia 2021

Lucien Chardon è un giovane poeta sconosciuto nella Francia del XIX secolo. Nutre grandi speranze ed è deciso a forgiare il proprio destino. Abbandonata la tipografia di famiglia nella città natia, decide di tentare la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua mecenate. Lasciato presto a cavarsela da solo in questa meravigliosa città, il giovane scoprirà le macchinazioni in atto in un mondo che ubbidisce alla legge del profitto e della simulazione. Una commedia umana dove tutto può essere comprato o venduto, il successo letterario e la stampa, la politica e i sentimenti, la reputazione e l’anima.

 

Altra piacevole ventata d’ironia e freschezza, almeno a parere di chi vi scrive, abbattutasi su Venezia 78, grazie al convincente quanto cinico adattamento cinematografico del romanzo di Balzac “Illusioni perdute” (ovviamente mai letto).

Il film di Xavier Giannoli è caldamente sconsigliato a chi oggi si illude, crede o peggio ancora pretende di ingannare il lettore sostenendo l’autonomia, l’indipendenza e l’autorevolezza dei media – esclusi i presenti, ovviamente.

L’incipit è tipico del melodramma in costume (il protagonista Lucien Chardon, rimasto solo e squattrinato a Parigi sembra sul punto di commettere un insano gesto), e mi ha provocato un brivido lungo la schiena a cui è seguito il pensiero di fuggire a gambe levate dalla sala.

Inaspettatamente, da questo scenario emozionale e drammaturgico per me da incubo, “Illusioni perdute” cambia genere, stile e identità, trasformandosi nella perdita dell’innocenza e della purezza del giovane poeta, accecato dal potere… giornalistico.

La Parigi post-rivoluzione francese è tutto un fiorire di giornali liberali, teatri, movimenti culturali, scrittori desiderosi di dimostrare il proprio valore e creatività. Peccato che per ottenere consenso, riconoscimento e fama sia necessario pagare il critico, il direttore o l’editore di turno!

Lo spettatore si diverte nell’osservare le dinamiche di questo “mercato delle vacche”, dove i giornalisti si muovono senza vergogna, pronti a vendersi al migliore offerente. Balzac, da genio visionario qual era, è stato capace di prevedere con secoli di anticipo la deriva del mondo della comunicazione, di chi, in teoria, dovrebbe avere come primo obiettivo quello di informare, non di ottenere il maggiore profitto.

Le Illusioni perdute di Giannoli sono un adattamento convincente e spassoso del romanzo originale, un “House of Cards” ante lietteram, reso credibile, vivace e incalzante anche dalle belle performance di Vincent Lacoste nel ruolo Etienne Lousteau, al contempo guida e diavolo tentatore di Lucien, e di Xavier Dolan, la sua nemesi.

Paradossalmente convince meno il protagonista, Benjamin Voisin. Il suo Lucien funziona solo a tratti; l’attore è incerto nei toni e nell’approccio ai cambiamenti stilistici ed emozionali della storia.

La componente romantica si regge sulla bellezza e bravura delle due donne di Lucien: Cécile De France e soprattutto Salomé Dewaels, che illumina la scena, emozionando con un personaggio semplice quanto onesto.

Xavier Giannoli è riuscito dove altri suoi colleghi illustri hanno fallito: mettere alla berlina i media e gli uomini di spettacolo, sottolineando con elegante perfidia come tra gli intrallazzi della Parigi del XIX e quelli che magari si concludono in un prestigioso Festival del cinema non c’è poi grande differenza.

“Illusioni perdute” è un grido d’allarme e di dolore verso tutti coloro che danno un prezzo all’arte, al lavoro intellettuale e di critica, disprezzandone l’utilità sociale oltre che culturale. E ci insegna, con il suo tragico e spietato finale, che chi crede di poter vivere sopra tutti e tutto, cambiando parere e schieramento a secondo della convenienza, rischia di avere vita breve. Ieri come oggi.

 

Il biglietto da acquistare per “Illusioni perdute” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio (con riserva). Ridotto. Sempre.