di Ambra Azzoli
Un film di Gennaro Nunziante. Con Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti, Rosy Franzese, Antonino Bruschetta, Paola Calliari. Commedia, 90′. Italia, 2018
Fabio Rovazzi è un 24enne neolaureato in Scienze della Comunicazione che vive nella Milano “con vista sul futuro”. Alla ricerca di un impiego che rispetti i suoi criteri etici, sa che il suo punto debole è la fiducia, tanto quella in se stesso quanto quella negli altri. Il suo coinquilino pugliese Nicola, invece, ha ben presente la situazione della loro generazione e si accontenta di fare il fattorino per un ristorante giapponese. Un colloquio presso una grande azienda del Centro Direzionale accende le speranze di Fabio per poi umiliarle di nuovo: il suo incarico sarà distribuire volantini. Attività che però Fabio esegue così diligentemente da essere selezionato dall’azienda per uno stage. Sarà l’inizio di una brillante carriera?
Cosa sareste disposti a fare pur di lavorare? Questo è quello che il protagonista del film “Il vegetale” Fabio Rovazzi, un 24enne appena laureato, si ritrova a chiedersi a più riprese. Sicuro delle sue capacità, il ragazzo si mette in gioco, sfidando la dura realtà del mondo del lavoro. Ma purtroppo, in Italia, fare carriera è tutt’altro che scontato…
Gennaro Nunziante porta sul grande schermo una commedia con del potenziale, cercando di raccontare la situazione dei giovani nostrani una volta usciti dall’università, tra stage sotto-pagati, occasioni che latitano, disoccupazione.
Il protagonista Rovazzi è l’emblema di chi, nonostante le difficoltà, non ci sta a scendere a compromessi o farsi attrarre nell’ambito dell’illegalità. Perché la soluzione non deve essere sempre e necessariamente quella più facile e per chi sceglie la via della legalità alla fine c’è una ricompensa – questo sembra volerci dire la sceneggiatura.
Nonostante la forte componente ironica – a tratti persino ridicolizzante – e alcune lacune, “Il vegetale” non cade nel volgare e se forse non si spinge fino in fondo nella sua denuncia sociale, preferendo la via della favoletta a quella della docu-fiction, compie comunque un tentativo lodevole in questo senso.