Un film di Eli Roth. Con Jack Black, Cate Blanchett, Owen Vaccaro, Kyle MacLachlan, Renée Elise Goldsberry. Fantasy, 105′. 2018 USA
Lewis ha dieci anni quando perde entrambi i genitori in un incidente d’auto ed è costretto a trasferirsi dall’altra parte del paese, a casa dello zio Jonathan, il fratello della madre che non ha mai incontrato prima. Se lo zio gli appare subito eccentrico, la sua vicina di casa, Mrs Zimmerman, non lo è di meno, e la casa stessa lo è più di ogni cosa. Tra oggetti animati, misteriosi ticchettii e indisciplinati leoni erbacei, Lewis fa la conoscenza di un mondo magico e affascinante, che nasconde, però, anche alcuni pericoli. E sarà proprio una disobbedienza del ragazzino a risvegliare dall’aldilà il più minaccioso di essi.
Adattamento dell’omonimo libro per bambini del 1973 scritta da John Bellairs e illustrato da Edward Gorey, primo di una serie di ben 12 capitoli, “Il mistero della casa del tempo” arriva sul grande schermo in una nuova veste fantasy e magica, diretta da Eli Roth.
Nonostante le interpretazioni di livello di Jack Black e Cate Blanchett e il buon mood generale, però, il film non riesce pienamente a rendere giustizia al libro, a quel suo immaginario davvero superbo e ricchissimo.
Ambientata nel 1955 nella cittadina di New Zebedee, nel Michigan, la storia ha come protagonista Lewis Barnavelt (Vaccaro) di 10 anni, che dopo aver perso i genitori in un incidente automobilistico va a vivere con l’eccentrico zio Jonathan (Black). Lewis scoprirà ben presto che suo zio è uno stregone e dovrà affrontare il terribile Isaac Izard (McLaughlin), proprietario precedente della villa misteriosa dove vivono.
Eli Roth dissemina il film di omaggi ai vecchi film horror di Hollywood, ai film muti e alle serie di fantascienza degli anni ’50, riuscendo a essere deliziosamente spettrale, perché usa l’horror per creare paure inquietanti ma comunque adatte a un pubblico di bambini.
Cate Blanchett è una signora Zimmerman accattivante e coraggiosa, e il suo rapporto canzonatorio, spudorato e assolutamente platonico con il vicino di casa Jonathan Barnavelt è una cosa rara nel cinema. Il loro disprezzo amichevole è la cosa più autentica.
“Il mistero della casa del tempo” è un’avventura per bambini ben strutturata, per questo anche gli adulti potranno apprezzarla. Il messaggio, che si legge tra le righe, è che per essere felici si deve abbracciare la nostra vera natura, per quanto strana questa sia, piuttosto che cercare di emulare qualcun altro.