L. Frank Baum è probabilmente lo scrittore americano per l’infanzia più famoso al mondo, grazie al suo romanzo “Il mago di Oz“, che nel corso degli anni ha dato il là ad adattamenti cinematografici, musical, serie tv e cartoni animati. Eppure quanto della sua fantasia ci siamo persi, limitandoci in Italia a conoscere soltanto quel libro!
“Il mago di Oz” non è che il primo capitolo di una serie che ne contiene ben quindici, e che – per fortuna! – Robin edizioni ha deciso di ripubblicare integralmente nel nostro Paese.
È uscito qualche mese fa “Glinda di Oz”, il volume numero 15, quindi adesso non avete più scuse: potete partire per un viaggio magico ed entusiasmante lungo la strada di mattoni gialli, e non fermarvi al punto dove molto spesso vi siete fermati in passato. Vi garantisco che vale la pena andare avanti, perché c’è davvero tanto, tanto da scoprire!
“Il meraviglioso regno di Oz“ è il secondo volume della serie, e racconta le avventure di un nuovo gruppo di personaggi, a cui se ne aggiungono altri che già conosciamo bene.
Tip, un ragazzino stanco delle angherie della perfida matrigna Mombi, che pratica le arti magiche, decide di scappare di casa. Prima di andarsene ruba un macinino contenente una polvere magica, capace di infondere la vita a qualunque creatura. Ed è così che i suoi compagni, Jack lo Zuccone e il Cavalletto, prendono vita.
Tip decide di rivolgersi al saggio Spaventapasseri, re della Città di Smeraldo, ma anche lui si trova in mezzo ai guai: le fanciulle di Oz, stanche di cucinare e spazzare i pavimenti, hanno infatti deciso di rovesciare il suo trono e di prendere con la forza il controllo del regno.
Riusciranno i nostri eroi, con l’aiuto del Boscaiolo di Latta e di uno Scarababbeo sapientone a sconfiggere l’Armata Ribelle e a ritrovare Ozma, la Principessa perduta, legittima erede al trono di Oz?
“Il meraviglioso regno di Oz” è un libro sorprendente, prima di tutto per la quantità di personaggi fantasiosi e divertenti che animano le sue pagine. Nonostante si tratti di un “libro per bambini”, ogni personaggio è ben sviluppato e caratterizzata, a partire dall’aspetto esteriore fino al modo di parlare, di muoversi e alla personalità.
I territori di Oz – le città, i vari reami, le campagne – e anche i regni circostanti vengono presentati con descrizioni intriganti, mai troppo lunghe o pesanti. È come se Baum ci dipingesse davanti agli occhi dei piccoli quadri, che poi ognuno può colorare e personalizzare come vuole.
Quello che più mi ha stupita, di questo libro, è il fatto che il colpo di scena finale è arrivato, per me, del tutto inaspettato. Il che è davvero stranissimo. Siamo abituati a leggere i libri già immaginando come potrebbero svilupparsi, come potrebbero andare a finire. Fare delle ipotesi su chi potesse essere la principessa Ozma sarebbe stato quindi naturale…
E invece, presi come siamo a divorare le pagine e goderci le avventure bizzarre e divertenti dei protagonisti, quasi ci dimentichiamo di fare congetture. Arriviamo alla fine senza aver quasi pensato all’identità dell’erede al trono, e l’autore ci sorprende.
E questo rende, se possibile, “Il meraviglioso regno di Oz” ancora più magico. Perché è davvero meraviglioso, e insolito, leggere un libro con lo sguardo e l’innocenza – concedetemi il termine – che avevamo da bambini.