“Il grande salto”: una commedia sagace, tenera e malinconica

Giorgio Tirabassi esordisce alla regia con un film ricco di buone intenzioni e amore per il cinema

Un film di Giorgio Tirabassi. Con Ricky Memphis, Giorgio Tirabassi, Marco Giallini, Pasquale Petrolo, Valerio Mastandrea. Commedia, 94′. Italia 2019

I quarantenni Rufetto e Nello sono due rapinatori maldestri che, dopo aver scontato quattro anni di carcere per un colpo andato male, vivono in un quartiere della periferia romana. I due non demordono e progettano una rapina che potrebbe dare una svolta alle loro vite mediocri. Riprendere in mano l’attività e soprattutto portarla a buon fine, però, non è per niente facile: si convincono, così, che il destino non sia dalla loro parte…

 

L‘esordio alla regia di Giorgio Tirabassi, “Il grande salto”, è una commedia sagace e tenera ma anche estremamente malinconica, con protagonisti due emarginati, soli contro il mondo e intenzionati a prendersi una rivincita nei confronti della società che li ha relegati ai margini.

La sceneggiatura è semplice ma efficace, il cast affiatato – con Tirabassi e Memphis che svettano su tutti gli altri, risultando credibili e “in ruolo”.

Capitolo a parte, la regia di Tirabassi, all’esordio nel lungometraggio, una regia umile, che evita di ricorrere a vistuosismi ed escamotage eccessivi, ma che proprio per la sua semplicità finisce per risultare un po’ anonima.

Il regista/attore/sceneggiatore dimostra di aver assorbito la lezione della grande commedia (amara) all’italiana ma di non averla interiorizzata al 100%, fallendo nel prendere una chiara posizione per il suo film – si tratta di una commedia farsesca? di un film surreale? di un melodramma?

In un panorama italiano dove le commedie sembrano fatte con lo stampino e dove domina l’ilarità forzata e lo stereotipo il tentaivo di Tirabassi di fare qualcosa di diverso – un “grande salto” – è sicuramente da apprezzare e premiare.