Ben e Chon, gli eroi de “Le belve”, hanno avviato da non molto il loro business: coltivare e diffondere ad ampio raggio la miglior marijuana di tutta la California. Ma qualcuno non è disposto a lasciar loro mano libera, senza mantenere il controllo e incassare una percentuale sui loro traffici. Finché si tratta di combattere con gli sbirri corrotti che si sono fatti avanti per riscuotere la tangente, Ben e Chon possono anche cavarsela con pochi danni. Ma il gioco dietro il ricatto è molto più ampio, e coinvolge nomi insospettabili: un’intera cricca di surfisti e hippy che si sono stancati di predicare pace e amore e hanno deciso di accumulare denaro nel modo più efficace e rapido che esista al mondo: il traffico di stupefacenti. Una cricca in affari da più di trent’anni, di cui fanno parte anche i genitori di Ben e Chon, e che ha per capo Doc Halliday, re del surf, convertito alla cocaina e legato a doppio filo con i narcos messicani…
Leggetelo se… – Se siete curiosi di sapere da dove vengono i tre protagonisti di Le belve e come hanno fatto ad arrivare dove li troviamo all’inizio di quel libro. Leggetelo, se il mondo dorato di Laguna vi ha conquistato e volete sondarne il passato e le zone più in ombra. Leggetelo, se amate questa scrittura fatta di flash e di immagini.
NON leggetelo se… – Prima di tutto, se non amate questo modo di scrivere, il modo di scrivere di Winslow. La sintassi è frammentatissima, l’andamento spezzato e a singhiozzo. Alcuni “capitoli” sono lunghi solo poche parole. In genere, comunque, non c’è un racconto sviluppato e continuativo. Ci sono delle immagini giustapposte, una serie di immagini che raccontano momenti e particolari di una storia. Se amate le storie molto “parlate”, le storie dove il narratore si dilunga in spiegazioni e descrizioni di tutto quello che succede… questo libro non fa per voi! Questa è una storia “impressionistica”, tutta giocata su flash e botte di colore. I personaggi agiscono senza filtri o narratori a mediare.
Il secondo avvertimento è per i deboli di stomaco. È vero che I re del mondo è molto meno crudo di Le belve, nel senso che i cartelli della droga messicana giocano un ruolo meno centrale e quindi di esecuzioni e morti violente non ne sentirete troppo parlare… Però qualche scena macabra c’è. Ci sono morti, sparatorie, dolore. E tutto viene raccontato in modo diretto, senza abbellimenti o mezzi termini.
NOTE A MARGINE – Avete presente quella sorta di magica empatia che a volte vi prende nei confronti di un personaggio letterario? Che, senza sapere come o perché, vi porta ad adorarlo? Ecco, a me è successo con O. Anche se non ho praticamente niente in comune con questa 19enne viziata, nullafacente, un po’ svampita e molto bisognosa d’affetto… l’ho AMATA. Ho amato la sua ironia totalmente dissacrante e a tratti eccessiva. Ho amato la sua semplicità e innocenza da bambina di 5 anni combinata con i pensieri da adulta.