Una serie ideata da Frank Spotnitz, Nicholas Meyer. Con Daniel Sharman, Bradley James, Alessandra Mastronardi, Matteo Martari, Synnøve Karlsen, Aurora Ruffino, Sean Bean. Drammatico, storico. Italia, Regno Unito. 2016-in corso
Ci sono anche forti pregiudizi sulle serie prodotte – e trasmesse – dalla Rai, a cui si rinfaccia spesso di essere poco innovative e poco internazionali. Va detto però che la tv italiana ha fatto grandi passi avanti negli ultimi anni, gettando le basi per portare avanti un discorso di spessore.
La seconda stagione de “I Medici”, incentrata sui primi anni di governo a Firenze di Lorenzo – detto il Magnifico – ne è la prova. Sin dalla prima stagione, la produzione anglo-italiana ha portato avanti un progetto editoriale chiaro, dal respiro internazionale.
In questo senso vanno viste la presenza di Dustin Hoffman, Richard Madden, Annabel Scholey prima e Sean Bean, poi. Volti riconosciuti e apprezzati, per una serie che purtroppo non è esente da difetti.
Nella sceneggiatura, prima di tutto. I personaggi infatti non sono caratterizzati a dovere, risultano un po’ troppo simili a eroi da chanson de geste e poco realistici, e certi dialoghi sono esagerati, melensi e poco utili ai fini della trama. Che dire poi di alcune scelte nella messa in scena – come quella di enfatizzare un momento importante utilizzando i rallenty?
Eppure, nonostante tutto, la seconda stagione de “I Medici” risulta per certi versi migliore della precedente. Prima di tutto porta avanti un discorso trasversale sull’arte lungo l’arco di tutte e otto le puntate, e poi regala alcune interpretazioni di tutto rispetto. Anche l’uso dei flashback (eccessivo, un anno fa) è migliore, utile ad approfondire dei passaggi ma in modo sintetico.
Inoltre la rivalità tra le famiglie fiorentine dei Pazzi e dei Medici è un filo conduttore forte, che rende coesa la serie. Gli episodi si concludono ma la curiosità di sapere come va a finire resta – sempre che non sappiate già tutto dai tempi di scuola, si intende.
“I Medici – Lorenzo il Magnifico”, insomma, non risulta un fallimento totale ma neppure un capolavoro, capace di mettere a tacere per sempre i detrattori delle serie Rai. Staremo a vedere cosa sapranno fare sceneggiatori e produttori nella terza stagione.