Becky è tornata! Becky Bloomwood non sta più nella pelle, si è appena trasferita con la piccola Minnie nientemeno che a Hollywood, per stare al fianco del marito Luke che ha una nuova importante cliente, Sage Seymour, l’attrice del momento, di cui lui curerà carriera e immagine. Per Becky è un sogno che si trasforma in realtà, ed è più che comprensibile che sia molto gasata: è convinta infatti che d’ora in poi potrà dare una svolta decisiva al suo lavoro di personal shopper per diventare invece la personal stylist di Sage… e perché no, la stilista più acclamata e ricercata da tutte le star… E poi ci sono così tante cose da fare e da vedere! Per fortuna arriva a darle una mano Suze, la sua fedele amica di sempre, che decide di raggiungerla con il marito. Tra location alla moda, red carpet, centri di meditazione e yoga per multimilionari e set cinematografici, Becky non vuole perdersi niente, d’altra parte non esiste solo lo shopping, ma spinta da troppo entusiasmo finisce per complicarsi la vita alleandosi con la grande rivale di Sage. Luke non lo sa, naturalmente, e Hollywood non perdona. Ben presto Becky scopre che le cose non sono affatto come sembrano. Riuscirà ancora una volta a tirarsi fuori dai guai grossi nei quali si è cacciata?
Dopo sette libri best-seller mondiali, andare avanti solo per continuare a cavalcare l’onda del successo è una possibilità concreta – e così possono starci i dubbi dei lettori, che pensano che la storia sia superata, e che la Kinsella continui per una mera operazione di marketing. Però… però il semplice fatto di scrivere, dopo anni, un romanzo ancora capace di far sorridere chi legge è un punto a suo favore. Perché di fatto servono una fantasia e una verve narrativa non da poco, per mettere insieme storie quanto meno differenti dalle precedenti, ricche di situazioni sempre più improbabili, ma quanto meno nuove. Vi sfido a riuscirci…
Detto questo, Becky cresce – quanti anni dovrebbe avere adesso? Una quarantina? Non mi ricordo bene quanti ne aveva all’inizio della serie – ma certo non guadagna in saggezza. Anche questa volta i pensieri della protagonista sono incomprensibili, per una persona normale. Si può inseguire un sogno, si può desiderare ardentemente qualcosa, però… arrivare ad assumere delle guardie del corpo, a far sorvegliare la casa con un cane, a considerarsi una stella, senza riuscire a guardare la cosa con un minimo di lucidità… non sarà un pochino troppo?
Il problema di Becky è sempre lo stesso, da ben 7 libri ormai: non è in grado di trattenersi quando si tratta di shopping, ma soprattutto non è capace di vedere le cose nella giusta prospettiva. Così per lei ogni acquisto è assolutamente necessario (e io, en passant, mi chiedo ogni volta da dove tiri fuori i soldi), ogni interesse diventa la passione della vita (vedi lo yoga e le altre tecniche di rilassamento in questo libro), ogni possibilità, seppure piccola, deve essere sfruttata al massimo, perché è quello che le cambierà per sempre l’esistenza. Anche se dovrebbe aver trovato il suo equilibrio (cosa le manca, di preciso?) ha ancora entusiasmi e uscite della ragazza avventata e un po’ frivola che, facciamocene una ragione, non ha mai smesso e temo mai smetterà di essere.
Da un lato certe scene sono comiche – lei che s’impegna, ma soprattutto prova a convincere gli altri che è diversa, lei che cerca in tutti i modi di infiltrarsi nel mondo del cinema, facendo comunella con una vecchietta, attrice mancata per sfuggire alla sorveglianza della guida durante il tour degli Studios – ma dall’altro… come si fa a perdonarla? Come si fa anche solo a giustificarla? Ormai si presuppone sia una madre di famiglia, ha la responsabilità di una bambina, ne ha combinate 1000 e altrettante le sono state perdonate, e nonostante questo… continua sulla stessa strada? È irrecuperabile. Punto e basta.
Mi è successo lo stesso in quasi tutti i libri di “I love shopping”, devo ammetterlo: per la protagonista non ho provato mai nemmeno un briciolo di simpatia. Forse agli inizi… ma è durata poco. Per quanto uno possa essere spendaccione o avventato, dubito fortemente che esista qualcuno che si rivede davvero in Becky. Come si fa? Lei è un’eroina sui generis, un’eroina che mette il lettore davanti a così tanti difetti, errori, giri a vuoto che è impossibile non odiarla, almeno un po’.
Detto questo, trovo che il cambio di ambientazione – e di città – giovi alla storia. Quanto meno ci sono milioni di possibilità tutte da esplorare spostando famiglia e amici a Losa Angeles: dalle scuole super chic per i bambini al centro di disintossicazione, dagli Studios ai negozi. Non ci si annoia, perché Becky si trova in un ambiente diverso e ha a che fare con un gruppo di personaggi nuovi e abbastanza stereotipati ed eccessivi da risultare interessanti (le attrici pronte a tutto per una copertina, il manager senza scrupoli, la stylist strega).
In questo libro ritroviamo anche tantissime vecchie conoscenze: la migliore amica Suze, alle prese con un viaggio di famiglia che dovrebbe essere una vacanza ma finisce per mettere a rischio il suo matrimonio; la nemesi di Becky Alicia, apparentemente redenta e in versione insegnante di yoga super chic; Elinor Sherman, la madre super-controllata e un po’ arcigna di Luke, che fa del suo meglio per recuperare il rapporto con il figlio. E tanti altri. Anche se vederli tutti insieme sa un po’ di ritrovo di classe 20 anni dopo, avere tanti co-protagonisti per questa storia non è male. Così magari si riesce a distrarsi per un attimo dalle azioni assurde della vera protagonista.
Becky è assurda, lo abbiamo già detto in lungo e in largo. Ma vogliamo parlare per un attimo del marito, di Luke Brandon? Quando sul finale lui si presenta alla prima cinematografica a cui lei è andata da sola, la romanticona che è in me ha pensato “Che bello”… prima che lui aprisse bocca, scusandosi con la moglie per quello che era successo i giorni precedenti. Allora… questa pazza spende il tuo denaro, esce fuori di testa, assume due guardie del corpo, si considera una star e mette da parte tutto e tutti. Non basta: è bugiarda, svampita, disinteressata a tutti tranne a se stessa. Ti tratta male, rifiuta la tua generosa offerta di pace per andare alla prima, evento della sua vita, e tu che fai? Vai e ti scusi??? Ma di che cosa? Becky è la protagonista dei libri, e va bene. Ma perché Luke deve essere descritto come una sottospecie di zerbino? Averlo dotato di un minimo di personalità e di carattere non avrebbe guastato. È troppo paziente, troppo comprensivo, troppo buono. Va a finire che sembra uno scemo. Ma forse, se fosse descritto appena appena come più forte, col cavolo che rimarrebbe sposato con lei, quindi…
Il libro finisce e non finisce, proiettandoci verso Las Vegas, dove presumibilmente Graham Bloomwood, il padre di Becky, Tarkie e Bryce, un losco figuro che fino a poco tempo prima faceva l’insegnante nel centro benessere frequentato da Becky, si stanno dirigendo. Riusciranno i nostri eroi a ritrovarli? E cosa sta cercando di mettere a posto l’arzillo ultra-70enne? Lo scopriremo solo vivendo, o leggendo il prossimo libro della serie (che ovviamente ci sarà).