Sale l’attesa per l’imminente uscita di “Go set a watchman”, il sequel dell’amatissimo “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee, che arriverà nelle librerie statunitensi il 14 luglio – per la versione italiana, edita da Feltrinelli, bisognerà invece attendere il periodo natalizio.
Il libro ha già stabilito un record, piazzandosi al primo posto nella classifica dei romanzi più preordinati di sempre per quanto riguarda la HarperCollins, la casa editrice che ne cura l’uscita e che ha deciso di partire con l’immediata stampa di 2 milioni di copie. Nonostante le diverse polemiche seguite all’annuncio della pubblicazione, quindi, il riscontro dei lettori sembra già ottimo.
A fronte di un’accoglienza così calorosa per questo secondo romanzo, ha stupito la notizia, diffusa in questi giorni, che l’asta delle sei lettere inedite di Harper Lee, tenutasi un paio di settimane fa, sia andata a vuoto. Le missive, scritte tra il 1956 e il 1961, in concomitanza con la stesura di “Il buio oltre la siepe”, erano indirizzate all’amico architetto Harold Caulfield e sono state vendute recentemente proprio da un membro della famiglia Caulfield.
In queste viene fuori la quotidianità dell’autrice, che in alcuni passaggi descrive anche con affetto la figura del padre allora malato, affermando di fatto di essersi ispirata proprio a lui per delineare la figura di Atticus Finch, l’esemplare avvocato del suo capolavoro romanzesco. Questa corrispondenza risulta ancora più interessante se si pensa che Harper Lee, oggi ottantanovenne, è sempre stata reticente a raccontarsi e a mostrarsi in pubblico.
Ma allora, visto il personaggio e il successo delle sue opere, perché le lettere non hanno suscitato un grande interesse? Certo il prezzo fissato per portarsi a casa i cimeli era davvero alto (la casa d’aste sperava di vendere le missive per 250.000 dollari); c’è poi chi sostiene che tempi e modalità dell’asta non fossero dei migliori e chi invece è convinto che questa vendita mancata sia l’ennesima dimostrazione del rispetto nutrito per la Lee, da sempre insofferente verso le intromissioni pubbliche nella sua vita privata.
Ci saranno altre occasioni, forse. Per adesso possiamo prepararci per l’uscita del secondo capitolo – in realtà scritto precedentemente – di uno dei capolavori della narrativa novecentesca. Si preannuncia un successo di pubblico, ma il libro reggerà il confronto con l’illustre predecessore? A Natale lo sapremo.