“Figli del destino”: su Rai 1 il docufilm sulle leggi razziali e la Shoà in Italia

Quattro bambini italiani ebrei, quattro famiglie normali, quattro storie di sofferenza e resistenza

Un film di Francesco Miccichè, Marco Spagnoli. Con Chiara Bono, Niccolò Cancellieri, Emiliano Coltorti, Catello Di Vuolo, Tullio Foà. Biopic, 92′. Italia 2019

È il 5 settembre 1938 quando Re Vittorio Emanuale III firma le leggi razziali e in Italia, da un giorno all’altro, cambia tutto. Vittime dell’orrore e della vergogna sono anche quattro bambini italiani ebrei (Liliana Segre, Lia Levi, Tullio Foà e Guido Cava), costretti a non andare più a scuola, a nascondersi, fuggire, lottare per la vita, senza che prima di allora abbiano mai avuto un’idea ben precisa di cosa volesse dire, per loro, essere ebrei.

 

Nel nostro Paese sembra essere in atto da tempo un processo studiato quanto odioso di revisionismo storico, teso a rivalutare il regime fascista e la figura di Benito Mussolini e a sminuire in qualche modo le responsabilità che la dittatura ebbe nella divulgazione e nell’applicazione delle leggi razziali in Italia.

Ma i fatti non possono essere riletti o cambiati a piacimento. Il 5 settembre 1938 Vittorio Emanuele III firmò nella tenuta di San Rossore a Pisa un corpus di leggi che macchiò irrimediabilmente il prestigio di casa Savoia oltre a consegnare il monarca a un’infamia perenne.

Altrettanto indegno fu il comportamento della maggioranza degli italiani, che restarano colpevolmente passivi di fronte a queste leggi. Si tratta di una delle pagine più vergognose della nostra storia, la negazione della nostra cultura, sensibilità, intelligenza e fede cattolica.

Intere famiglie si ritrovarono dall’oggi al domani spogliate di ogni diritto civile e politico, impossibilitate a proseguire un’esistenza normale. Giocoforza questo sconvolgimento investì anche i bambini.

Ed è la loro la voce narrante del docufilm “Figli del destino”, che racconta questa pagina di storia alternando un’accurata ricostruzione alle testimonianze e ai ricordi dei bambini di allora, riuscendo così a scuotere chi guarda, portandolo a rivivere i fatti.

I veri protagonisti della storia sono infatti quattro bambini ebrei (Liliana Segre, Guido Cava, Tulio Foà e Livia Levi) e le rispettive famiglie.

Nonostante alcuni difetti strutturali e limiti stilistici, il film si dimostra urgente, simbolico, commovente, utile soprattutto per il pubblico più giovane, per non dimenticare. Perché l’espressione “mai più”, di cui tanto specco si riempiamo la bocca a sproposito, torni ad acquistare un senso e non sia solo un mero modo di dire.