Un film di Sebastiano Mauri. Con Filippo Timi, Lucia Mascino. Commedia, 87’. Italia, 2017
Mrs. Fairytale e Mrs. Emerald: due amiche che si confidano segreti, ricette e insoddisfazioni all’interno di una casa modello americana anni ’50. Vetrate e tramonti alla Douglas Sirk (e Todd Haynes), abiti, acconciature e ambiguità alla Grace Kelly nella versione cinematografica della commedia del 2011 di Filippo Timi, anche qui interprete (in abiti femminili), insieme a Lucia Mascino.
Recita Wikipedia che per favola si intende un genere letterario caratterizzato da brevi composizioni, in prosa o in versi, che hanno per protagonisti animali– più raramente piante o oggetti inanimati – e che sono fornite di una morale.
La parola deriva dal latino “fabula”, che indicava in origine una narrazione di fatti inventati, spesso di natura leggendaria e/o mitica. Fino alla fine del XVIII secolo con questa parola si qualificarono anche i miti, mentre solo in seguito assunse il significato attuale.
Nel 2017 ha ancora senso leggere, ascoltare oppure vedere opere di questo genere? Assolutamente sì, vista la cecità dominante nella nostra società e la progressiva perdita di fantasia e immaginazione. All’arte il difficile compito di colmare questo vuoto.
“Favola” di Sebastiano Mauri è l’adattamento cinematografico dell’omonimo spettacolo teatrale di Filippo Timi del 2011, che ha riscosso un grande successo, con oltre 200 repliche in giro per l’Italia. Uno spettacolo folle, colorato, grottesco, divertente, malinconico, ironico, cinico, che al cinema mantiene le sue caratteristiche.
Merito di uno straordinario Timi nel ruolo di Mrs. Fairytale, un personaggio capace di conquistare lo spettatore con i suoi monologhi in apparenza bizzarri e gli scambi di battute con Mrs. Emerald (Mascino), altrettanto eccentrica.
Ambientato negli Stati Uniti degli anni ’50, “Favola” rievoca per stile, atmosfera e struttura pellicole cult come “Douglas Stirk” o “Todd Haynes”, ma si differenzia per il modo di affrontare con sensibilità e ironia tutte italiane i cambiamenti dei costumi e della mentalità della società.
La sceneggiatura è brillante, leggera, fluida, alterna con armonia sorrisi e riflessione. Si avverte chiaramente l’origine teatrale della storia, ma nonostante la bella alchimia tra i due protagonisti, nella seconda parte il ritmo cala visibilmente, e la coesione del tutto viene in parte meno.
Mrs. Fairytale è una maschera, una prigione, un sogno, un inganno, un desiderio d’essere quello che madre natura ha negato dalla nascita alla protagonista. Come ha dichiarato Timi in conferenza stampa, il passaggio al cinema ha permesso al personaggio di diventare persona e a lui di avere la libertà di essere se stesso fino in fondo.
Comunque, in ultima analisi, concordiamo con Filippo Timi nel sostenerne che ben vengano tante altre favole, anche al cinema, se queste possono garantire maggiori diritti e libertà alle persone.
Il biglietto da acquistare per “Favola” è:
Nemmeno regalato. Omaggio. Di pomeriggio. Ridotto. Sempre.