Notte intensa per il mondo della tv e delle serie a Los Angeles, il 23 settembre, quando sono stati assegnati gli Emmy Awards 2019, una sorta di Oscar del piccolo schermo.
Tra pronostici più o meno rispettati, attesa, e grandi discorsi di ringraziamento da parte di chi si è aggiudicato un premio, vediamo cosa ci ha regalato la notte californiana – e quali serie recuperare assolutamente, se già non le avete viste.
Uno dei riconoscimenti più ambiti, quello per la miglior serie drammatica, è andato a “Game of Thrones” che è sicuramente la serie dell’anno – nonostante le polemiche del pubblico sull’ultima stagione -, con 12 Emmy (tra cui anche quello a Peter Dinklage, miglior attore non protagonista per il secondo anno consecutivo).
La miglior serie comedy è invece “Fleabag” (premiata anche per la miglior regia e la miglior sceneggiatura), un gioiellino disponibile su Amazon Prime Video, scritto e interpretato da Phoebe Waller-Bridge e incentrato su una giovane londinese problematica, la cui vita familiare e sentimentale è raccontata senza stereotipi di genere.
Sul versante recitazione, la Waller-Bridge (Fleabag) si aggiudica un po’ a sorpresa, battendo la veterana Julia Louis-Dreyfus, già trionfatrice per ben sei volte con “Veep”, il premio come miglior attrice protagonista in una serie comedy – ed è l’unica, insieme a Tina Fey, ad aver vinto sia per la recitazione che per la sceneggiatura.
Tra le miniserie trionfa “Chernobyl”, produzione originale Sky e HBO ispirata alla tragedia nucleare del 26 aprile 1986 che tanto ha fatto parlare di sé e che personalmente ho molto apprezzato, trasmessa in Italia su Sky Atlantic.
Quattro riconoscimenti, tra cui quello come miglior attrice protagonista a Michelle Williams, per “Fosse/Verdon”, che racconta le vicende sentimentali e professionali di Bob Fosse e Gwen Verdon a Brodway.
Tirando le somme, gli addetti ai lavori – e non solo loro – si domandano dove soffierà il vento a partire dal 2020, visto che “Game of Thrones” si è conclusa e non sarà più presente ai blocchi di partenza per monopolizzare l’attenzione e far incetta di premi.
E chiudiamo con le parole che Bryan Cranston ha pronunciato in apertura, introducendo i nominati, mentre sul megaschermo veniva proiettato Homer Simpson schiacciato da un pianoforte: “La Tv non è mai stata così grande, importante e soprattutto di qualità”.
E adesso tutti sotto con lo streaming, per recuperare le serie dell’anno.