Un film di Ron Howard. Con Amy Adams, Glenn Close, Haley Bennett, Freida Pinto, Sunny Mabrey, Bo Hopkins. Drammatico, 116′. USA 2020
i è un brillante studente di diritto a Yale ma la vita non gli ha fatto sconti. Figlio di una madre instabile e tossicomane, è cresciuto dalla nonna determinata a mostrargli la via per il “sogno americano”. Alla vigilia di un colloquio da cui dipende il suo futuro, una crisi familiare lo costringe a rientrare in Ohio. Ritrovare il genitore di nuovo in ambasce, riapre ferite e risveglia il passato. Un passato difficile che J.D. saprà riscattare e piegare a un avvenire migliore.
Tratto dal romanzo omonimo di cui è autore lo stesso Vance, “Elegia americana” di Ron Howard si allontana dai temi politici trattati nel libro per concentrarsi sull’aspetto familiare e sentimentale attorno al quale ruota la conquista del fantomatico sogno americano.
Si capisce fin da subito, a partire dal poetico titolo (ricordiamo che l’elegia è un componimento letterario, una sorta di confessione autobiografica o piuttosto uno sfogo sentimentale), quali siano gli intenti del regista che nel racconto alterna momenti del presente e del passato di J.D. analizzando il rapporto contrastato con la madre (una Amy Adams in stato di grazia, consumata da un ruolo complesso, affranta nello sguardo e nel corpo come mai prima d’ora), con l’amorevole e severa nonna (una Glenn Close immensa) e quello con la protettiva sorella, interpretata dalla bellissima Haley Bennett.
L’idea di alternare i tempi narrativi tra passato e presente rende la pellicola piacevole da seguire e scorrevole. Il lavoro di Howard lascia spazio ai personaggi, tutti caratterizzati, a modo loro, da un forte personalità che garantisce l’immediata empatia con il pubblico che viene reso partecipe di una storia semplice, nonostante i toni estremamente drammatici.
Anche se a volte il perbenismo sembra poter prendere il sopravvento, la consapevolezza che i fatti descritti siano biografici contestualizza il racconto rendendolo un semplice strumento narrativo che si avvale di interpretazioni intense. “Elegia americana” non scava particolarmente nel profondo, ma riesce comunque a cogliere l’essenza di una famiglia e dei suoi valori, che nonostante il tempo che passa restano immutati a governare il vuoto circostante.