Un film di Simone Catania. Con Marco D’Amore, Vinicio Marchioni, Lou Castel, Jennifer Ulrich, Chiara Muscato. Avventura, 100′. Italia, Germania 2018
Amici fin da ragazzini, Antonio e Agostino detto Tino sono nati nella campagna siciliana, che hanno abbandonato in tempi diversi e senza avere modo di salutarsi. Li ritroviamo adulti, quando Antonio si mette sulle tracce di Agostino, che ritrova autotrasportatore in Belgio. La loro separazione è uno strappo ancora irrisolto ma le diffidenze tra loro cederanno il posto a un inaspettato riallineamento della loro sintonia.
Opera prima del regista Simone Catania, “Drive me home” è una storia sul potere dell’amicizia e sull’importanza delle proprie radici, un on the road migrante che cerca di rivolgersi a tutti coloro che hanno inseguito un sogno, magari trasferendosi altrove, che hanno cercato la propria “casa” senza mai trovarla.
Il film offre una rappresentazione perfetta della società contemporanea, instabile e in continuo movimento, senza confini, nel bene ma anche nel male. Antonio e Agostino incarnano tutto questo: sono due emigrati, insoddisfatti del posto in cui sono nati e cresciuti ma anche della vita che li ha scelti.
La narrazione contrappone luoghi angusti, come la cabina di guida del tir di Agostino, e spazi aperti, quelli del paese d’infanzia dei due amici, evocati da flashback. La fotografia, potente, spazia dalle luci gelide del nord Europa alle atmosfere calde e quiete del sud Italia, e accompagna abilmente il passaggio tra mondi completamente differenti.
La sceneggiatura, molto introspettiva, è purtroppo anche carica di cliché e non riesce completamente nel suo intento, perdendosi in alcuni passaggi davvero troppo prevedibili. Interessante invece la dinamica tra i due co-protagonisti, Vinicio Marchioni e Marco D’Amore, che mostrano un volto antitetico rispetto a quello per cui li abbiamo conosciuti al cinema e in tv fino a oggi.
“Drive me home”, al di là di qualche limite, è un film intimo, sentimentale e attuale, un film che spinge a riflettere sui concetti di “casa” e di identità, sulla necessità di cercare fortuna ma anche sul bisogno, intrinseco dell’uomo, di tornare alle origini e alle proprie radici. Un buon esordio.