“Compromessi sposi”: una commedia divertente ma che sa di già visto

Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono rappresentano, tra battute e luoghi comuni, Sud e Nord

Un film di Francesco Miccichè. Con Vincenzo Salemme, Diego Abatantuono, Dino Abbrescia, Rosita Celentano, Elda Alvigini. Commedia, 90′. Italia 2019

Una giovane fashion blogger di Gaeta e un ragazzo bergamasco che aspira a fare il cantautore sembrerebbero avere poco in comune, ma quando scocca la scintilla dell’amore ogni differenza scompare. Nel giro di una notte decidono di sposarsi. Anche i loro padri non hanno niente in comune: Diego è un ricco imprenditore del Nord, Gaetano un rigido sindaco del Sud. Se tra i ragazzi è stato subito amore, tra i futuri consuoceri è invece odio a prima vista. A unirli un solo obiettivo: impedire a ogni costo il matrimonio dei figli. In una battaglia giocata con ogni mezzo e che coinvolgerà tutta la famiglia, riuscirà la coalizione paterna a scongiurare le nozze dei figli?

 

Ispirandosi a un classico della commedia italiana come “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi” e giocando col titolo del capolavoro di Alessandro Manzoni, “Compromessi sposi” di Francesco Miccichè sfrutta la storica rivalità tra Nord e Sud, molto praticata negli ultimi decenni dal cinema nostrano.

Vincenzo Salemme e Diego Abatantuono interpretano due personaggi agli antipodi sia fisicamente che caratterialmente, d’accordo soltanto su un punto: il matrimonio tra i loro figli… non s’a da fare.

Non brillando particolarmente per originalità, il film ha il merito di aver puntato sul cast giusto (nei ruoli secondari abbiamo Dino Abbrescia, Elda Alvigini, Fabrizio Nardi, Valeria Bilello, Sergio Friscia e un’insospettabile Rosita Celentano), capace di tenere in piedi un impianto narrativo banale e che in molti passaggi dà l’idea di già visto.

Brilla su tutti Salemme, sindaco pentastellato integerrimo, capace di infondere al film una grande verve comica, anche dove c’è poco da ridere. La sceneggiatura, infatti, è infarcita di luoghi comuni e sfottò sulle differenze regionali che definire banali è poco.

A fargli da contraltare, e in un certo senso contenerne l’esuberanza, un Abatantuono trattenuto ma ugualmente efficace.

Con un canovaccio piuttosto esile e battute molto stereotipate, “Compromessi sposi” riesce comunque a far ridere. Il merito è soprattutto dell’intesa cretatasi fra i due protagonisti che, con esperienza, riescono a portare a casa il risultato.