“Come in cielo, così in terra”: un film indipendente riuscito e convincente

L'opra prima di Francesco Erba mescola stili di regia e generi, in un'animazione riuscita

Un film di Francesco Erba. Con Eva Basteiro-Bertoli, Ania Rizzi Bogdan, Federico Cesari, 
Daniele Di Matteo, Philippe Guastella. Animazione, 93′. Italia 2020

1275. Una ragazza è imprigionata nelle segrete di una abbazia dove un alchimista la usa per strani esperimenti. Solo un giovane amanuense tenta a tutti i costi di liberarla. 2011. Una coppia di ragazzi, Cris e Jessy, scompare nei boschi mentre una donna vestita di stracci fa la sua comparsa dal nulla. Durante le prime indagini uno strano manoscritto riaffiora da una tomba. Giorni nostri. Leonardo, ispettore di Polizia incaricato delle indagini sulla scomparsa dei ragazzi, lascia un video-testamento perché, alla luce delle sue ultime scoperte, teme per la propria incolumità.

 

L‘esordio alla regia di Francesco Erba, “Come in cielo, così in terra”, presentato in anteprima mondiale al Trieste Science + Fiction Festival, dimostra che il cinema indipendente italiano è vivo e gode di ottima salute.

Il film, infatti, mescola non solo varie tecniche ma anche vari generi, passando dal thriller investigativo al racconto storico, tanto che è difficile collocarlo in una categoria precisa. Fantastico lo è, senza dubbio, tra esperimenti alchemici e sparizioni inspiegabili.

Gli eventi del presente sono collegati a quelli del passato da un antico mistero, che un poliziotto ha compreso dopo lunghe indagini e ha scelto di rivelare a un interlocutore, che noi vediamo in una breve sequenza e sentiamo principalmente come voce fuori campo. In questo senso, anche l’interlocutore ha un che di misterioso, che contribuisce all’atmosfera di suspence che regna durante tutto il film.

Lo spettatore resta intrigato e incantato, grazie anche alle splendide animazioni che raccontano senza bisogno di dialoghi le vicende accadute nel lontano Medioevo. I pupazzi, con la loro commovente espressività, si rivelano una scelta stilistica raffinata e incisiva, apprezzabile.

La narrazione procede su più piani temporali verso la soluzione del mistero, che però non arriva mai davvero. Alla fine del film pare che manchi ancora un pezzetto, quell’ultimo tassello che ci permetterebbe di esclamare: “Ah! Allora era così!”, mentre, soddisfatti, ce ne andiamo a dormire. Invece restiamo leggermente interdetti, perché la soluzione viene suggerita più che spiegata.

Che fosse proprio questa l’intenzione del regista, assegnare agli spettatori un ruolo più attivo nella ricerca della verità? Non lo escludiamo, ma rimaniamo comunque un po’ confusi. Nonostante questo, “Come in cielo, così in terra” è una pellicola curata, quasi cesellata. Una gran bella opera prima.