Questa edizione insolitamente estiva del Festival di Cannes ha inaugurato una nuova sezione molto attuale. Si tratta di “Le cinéma pour le climat” (cioè Il cinema per il clima), di cui fanno parte sei documentari e un film di finzione, tutti inerenti a tematiche ambientali.
Ho avuto modo di vedere due titoli della sezione: “Bigger than us” diretto dalla scrittrice e giornalista francese Flore Vasseur e “Invisible Demons” dell’indiano Rahul Jain, entrambi educativi e a loro modo scioccanti.
“BIGGER THAN US”: ATTIVISTI PER IL CLIMA IN GIRO PER IL MONDO
Un film di Flore Vasseur. Documentario, 95′. Francia 2021
Il film diretto da Flore Vasseur e prodotto dall’attrice Marion Cotillard, si concentra su alcuni giovani attivisti per il clima (e non solo), in varie zone del mondo, dal Brasile al Libano, dal Malawi all’Indonesia.
La voce narrante appartiene a una delle attiviste, l’indonesiana Melati, che ci porta a visitare tutti gli altri e a conoscere le loro storie e le loro lotte. Ciò che li accomuna: la lotta concreta per fare la differenza e cambiare le cose.
Il documentario assomiglia a un reportage, in cui questi giovani coraggiosi vengono intervistati e hanno modo di mostrare con quanto impegno perseguono il loro obiettivo. Lo spettatore viene accompagnato in un viaggio non solo fisico ma emotivo e ideologico da Paese a Paese.
La Vasseur è una giornalista esperta che ha già lavorato alla creazione di documentari, e questo si nota nella struttura chiara di “Bigger than us”. Anche le immagini giocano un ruolo importante, mostrando allo spettatore delle realtà che forse non vorrebbe vedere – come la paurosa, gigantesca discarica indonesiana. L’entusiasmo e la forza di questi giovani, comunque, sono contagiose, e ci lasciano con un vago senso che non tutto è perduto.
“INVISIBLE DEMONS”: SITUAZIONI IGNORATE E FUORI CONTROLLO
Un film di Rahul Jahin. Documentario, 70′. India, Finlandia, Germania 2021
La speranza in un futuro migliore, invece, non permea “Invisible demons” di Rahul Jahin. Questo documentario racconta la difficile realtà climatica in India, soprattutto nelle zone ad alta densità urbana come la capitale Delhi.
Bastano le immagini del fiume Yamuna, con le sue acque nere e coperte di fitta schiuma tossica, a far cadere nella disperazione lo spettatore. Chi non è mai stato in quelle zone probabilmente non riesce a capire fino in fondo la gravità della situazione, e il pregio di questo film è proprio di aiutarci a comprendere.
Periodi di caldo terribile e siccità si alternano ad altri caratterizzati da inondazioni di acqua putrida, sotto una costante nebbia creata dallo smog che fa ammalare tutti, specialmente i poveri, che hanno perso la fiducia nel governo e, chissà, forse anche nelle divinità. I ricchi, infatti, possono permettersi di respirare aria filtrata e climatizzata nelle loro ville e nelle loro auto.
L’emergenza climatica a Delhi è direttamente collegata alla sua estrema disparità economico-sociale, che il documentario di Jahin mostra senza mezzi termini. C’è ancora tempo per fare qualcosa? ci chiediamo in preda al dolore, osservando delle donne in sari bagnarsi nelle acque sacre e letali del maestoso affluente del Gange.
Mentre il documentario di Flore Vasseur ci ha dato speranza nelle nuove generazioni e nella loro voglia di costruire un futuro più sostenibile, quello di Rahul Jahin ce l’ha strappata, mostrandoci una realtà terribile che sembra senza via d’uscita.
Non possiamo prevedere cosa succederà, ma grazie a film come “Bigger than us” e “Invisible Demons” possiamo almeno tenerci informati su cosa succede. Poi sta a noi scegliere come agire nel nostro piccolo.