“Chi m’ha visto”: Fiorello e Favino in una commedia pirandelliana

Bella colonna sonora e grande alchimia tra i due protagonisti, nella commedia di Alessandro Pondi

di Valentino Eletti

 

Un film di Alessandro Pondi. Con Giuseppe Fiorello, Pierfrancesco Favino, Mariela Garriga, Dino Abbrescia. Commedia, 105′. Italia, 2017.

Data di uscita italiana: 28 settembre 2017

 

Il film ”Chi m’ha visto” del regista Alessandro Pondi vorrebbe essere una riflessione leggera su ciò che significa apparire ed emergere nella società di oggi.

Le vicende ruotano attorno alla figura di Martino Piccione (Fiorello), chitarrista che ha sempre suonato all’ombra di artisti famosi e che vive con sofferenza questa sua posizione che, di fatto, lo esclude dalle luci della ribalta.

La sua frustrazione esplode una volta tornato al paese di origine, Ginosa. Qui, insieme all’amico d’infanzia Peppino (Favino), decide di mettere in scena la sua stessa scomparsa, così da attirare l’attenzione su di sé, o, per lo meno, sulla sua assenza.

E come in un crescendo, la stampa locale prima, la tv nazionale poi cominciano a interessarsi alla sua storia…

Il pretesto e il suo iniziale dipanarsi sono piacevoli perché ricordano, con dinamiche simmetricamente opposte ma con alcuni elementi comuni (il paesino del sud con la sua immutabilità, la riflessione sull’identità), “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello.

In questa sceneggiatura – firmata non soltanto dal regista ma anche da Paolo Logli e dallo stesso Fiorello – ad aggiungersi c’è il tentativo di analisi e denuncia delle dinamiche della società di oggi, dove sembra emergere solo chi ha la possibilità di essere investito da una sovraesposizione mediatica e non chi ha dei meriti effettivi.

La presentazione del Sud, purtroppo, è a tratti macchiettistica, e fa pensare all’idea semplificata che un regista straniero potrebbe avere dell’Italia.

E il film, se da una parte strizza l’occhio al genere western accompagnando le scene di transizione con una buona colonna sonora che ricorda molto Morricone, dall’altra riduce tutti i personaggi secondari a delle piatte funzioni.

A rendere la pellicola dinamica e godibile è principalmente la chimica, sempre presente, della coppia Favino-Fiorello, personaggi agli antipodi – quello che è andato via dal paesello, quello che non si è mai mosso.

Il film, con tutti i suoi limiti, ci lascia comunque con un interessante spunto di riflessione: pur di raggiungere la fama fino a che punto saremmo disposti a scomparire?