Uscito il 16 giugno negli Stati Uniti, “Cars 3” arriverà in Italia il 14 settembre. Per presentare il nuovo capitolo di uno dei più amati franchise Disney Pixar sono sbarcati a Roma il regista del lungometraggio Brian Fee (già storyboard artist di “Cars” e “Cars 2”), e il produttore Kevin Reher.
In questo terzo atto della saga l’auto da corsa Saetta McQueen ritorna per confrontarsi con una nuova generazione di bolidi, macchine più veloci e tecnologicamente più avanzate che metteranno in dubbio il suo talento e le sue qualità.
“Il film parla di cambiamenti, ed è ciò che ho portato io in termini di esperienza, data la mia paternità. Da quando ho due figlie tutto è cambiato – ha spiegato il regista Brian Fee. – Il fallimento è parte integrante del nostro film e quel che ci rende felici è che, a prescindere da tutto, si tratta comunque di un successo”.
Ma per quanto la Disney Pixar sia sinonimo di numeri da capogiro al botteghino, anche le persone che lavorano per la casa di produzione americana sono umane, come tutti noi. Commettono errori, e talvolta dubitano delle proprie capacità.
“John Lasseter ci ricorda continuamente che i film devono passare attraverso molte fasi, compresa quella in cui li consideriamo i peggiori lavori di sempre. Restare focalizzati sullo stesso progetto per cinque anni non è facile. Sbagliate, fallite, ma fatelo rapidamente e il prima possibile, questo ci dice John Lasseter di continuo”.
“Cars 3” affronta il tema del ricambio generazionale che tocca, prima o poi, tutti noi. Ma lo fa guardando anche al passato. Nel film torna, infatti, il personaggio di Doc Hudson, mentore di Saetta McQueen, interpretato nel primo film da Paul Newman.
“Visto il tema, abbiamo pensato da subito di reintrodurre il personaggio di Doc – rivela il regista. – Parlando di passaggio di testimone, di mentori e allievi, come dimenticare il rapporto tra Saetta e Doc? Abbiamo pensato a quale doppiatore potesse imitare la voce di Newman ma poi abbiamo scartato l’idea. La nostra fortuna è stata che John Lasseter conservava ore e ore di registrazioni di conversazioni del doppiaggio del primo film in cui Newman parlava di corse. Siamo partiti da questo tesoro per creare la storia”.
Fee e Reher hanno anche spiegato una delle fasi più intriganti del processo di realizzazione di una pellicola di animazione, il casting delle voci.
“La prima cosa che facciamo è descrivere i personaggi, poi scegliamo una decina di potenziali voci. Presentiamo questi attori al regista che fa una selezione, stringendo il cerchio prima a tre nomi, poi a uno solo. A John Lasseter presentiamo il terzetto dei preferiti, senza però dire qual è stato scelto dal regista, e speriamo che anche lui indichi lo stesso nome” racconta il produttore.
“Cerchiamo una voce che esca dallo schermo, per questo facciamo i provini senza guardare in faccia gli attori” conclude il regista.
Sul grande schermo tornano i vecchi amici di Saetta McQueen. Sabrina Ferilli presta ancora una volta la propria voce a Sally, la più grande fan del numero 95 e ora sua fidanzata.
“Siamo tutti affezionati ai cartoon, ne siamo innamorati, ci appartengono e ci uniscono. La Disney ha fatto poi dei grandi passi avanti per quel che riguarda la rappresentazione del femminile – spiega l’attrice romana. – Biancaneve e Cenerentola, dal mio punto di vista, erano un po’ tonte, qui invece abbiamo delle figure emancipate, a tutto tondo. I cartoni si sono evoluti nel tempo, l’immaginazione è cresciuta e la Disney, in particolare la Disney Pixar, da questo punto di vista, è inarrivabile”.
L’attore Marco Messeri è invece l’irresistibile Cricchetto, il noto comico e cabarettista Marco Della Noce è Luigi, Ugo Pagliai è Doc Hudson.
“Quello di Cars 3 è un mondo di sentimenti – spiega l’attore. – Hudson è un personaggio che abbandona le corse perché vecchio, ma nonostante la rinuncia conserva ancora dentro di sé il piacere di rapportarsi con i giovani. Trasmette amore verso quello che fa, che poi è la sua vita. Si tratta di un film per ragazzi ma anche per adulti, con dentro piacere, e dolore”.
Gli fa eco Pino Insegno, voce di Chick Hicks a cui è affidato – insieme a Bob Cutlass e Darrel Cartrip, doppiati dai giornalisti sportivi Gianfranco Mazzoni e Ivan Capelli – il commento delle adrenaliniche corse.
“Doppiare un personaggio Pixar significa essere qualcosa per sempre, dare la voce ma anche l’anima a un personaggio. Questo è un mondo e un immaginario che ci abbraccia tutti, film dove fingiamo di accompagnare i figli ma in cui alla fine siamo noi a piangere, fingendo che ci sia andato qualcosa nell’occhio”.
Non solo volti e voci note, però, nel terzo capitolo di Cars. Il rapper J-Ax è l’energico speaker del “Crazy 8”.
“Per me è un sogno che diventa realtà – racconta – perché sono un fan della Pixar dal giorno uno. Faccio l’annunciatore della folle gara del film e la trama è molto vicina a chi ha la mia età, perché vi troviamo le nuove generazioni che fanno pressione su quelle più datate. Era la mia prima volta nella sala di doppiaggio, un’esperienza veloce e divertente. Ho capito che non riguarda solo il prestare la voce, ma anche seguire i movimenti del personaggio per rendere il tutto più realistico”.
All’interno di questo demolition derby Saetta dovrà fare i conti con la spaventosa Miss Fritter, un leggendario scuolabus, con l’inconfondibile voce della rapper e conduttrice radiofonica La Pina.
“Come potete facilmente immaginare sono la principessa del film, non indossa la gonna ma il personaggio mi piace, perché partecipa alla gara insieme ai ragazzi e non alle loro spalle. Per le bambine mi sembra un punto di riferimento importante, perché si ritrovano finalmente davanti un personaggio con meno pizzi e qualche adesivo in più sulla carrozzeria. Può sembrare una stupidaggine ma invece è una conquista fondamentale”.
Ma insomma, tirando le somme, qual è il vero messaggio, la moral del film?
“Spesso anche i bambini, come gli adulti, etichettano le cose tra quelle che sono per i maschi e quelle che sono per le femmine – spiega Brian Fee. – Speriamo che con Cars 3 capiscano invece che tutto è possibile, e che è necessario abbattere le barriere, anche di genere, per inseguire i propri sogni”.