Carnevale di Venezia: 5 curiosità storiche che forse non conoscete

Dalle trasformazioni dell'odierno Volo dell'Angelo alle leggi che regolavano l'uso delle maschere

Il periodo di Carnevale sta per chiudersi. Oggi, martedì grasso, è infatti tradizionalmente l’ultima giornata di festa prima dell’inizio della Quaresima.

Il nome deriva dal latino “carnem levare” (togliere la carne, ndr), riferito in origine al banchetto che precedeva il mercoledì delle ceneri, giorno a partire dal quale non era consentito mangiare carne.

Se molti Paesi hanno una propria tradizione, il Carnevale di Venezia è uno dei più antichi e famosi del mondo, con i balli in costume, gli spettacoli, le maschere che si aggirano tra calli e canali in un’atmosfera già di per se magica.

Pensate di sapere tutto sulla festa moderna, dall’introduzione recente del Volo dell’aquila alle celebrazioni private? Ecco allora 5 curiosità storiche poco note che potrebbero sorprendervi.

 

1. LA FESTA DELL’INGANNO

Ricchi e poveri, persone benestanti e indigenti, proprietari di vascelli e semplici marinai, cristiani, ebrei, uomini e donne. Durante il periodo di Carnevale era concessa ogni forma di inganno e finzione, tanto che chiunque poteva mascherarsi ed essere ammesso niente meno che alla presenza del Doge.

 

2. LO SPETTACOLO DEVE CONTINUARE

Il carnevale non poteva essere interrotto, per nessun motivo. Per questo, nel 1789, la morte del doge Paolo Renier, avvenuta il 13 febbraio, venne resa pubblica soltanto il 2 marzo, alla fine dei festeggiamenti.

 

3. LE LEGGI SULLE MASCHERE

A Venezia, nei secoli passati, l’usanza di indossare una maschera, risultando quindi irriconoscibili, andava oltre il periodo di Carnevale. Per questo motivo il governo dovette intervenire a più riprese per rivedere la legislazione in merito. Nel 1339, ad esempio, venne proibito di indossare maschere di notte; all’inizio del 1600 di entrare a volto coperto in chiese e conventi.

 

4. DALLO SVOLO DEL TURCO AL VOLO DELL’ANGELO

A metà del Cinquecento, durante il Carnevale, un giovane acrobata camminò su una corda sopra la folla in Piazza San Marco, scendendo dalla torre campanaria fino a una gondola ormeggiata. Durante la discesa raggiunse anche il balcone del Palazzo ducale per porgere un dono al Doge. L’esibizione fu un vero successo, venne chiamata lo Svolo del Turco e divenne un appuntamento fisso del martedì grasso.

Per ragioni di sicurezza all’acrobata, assicurato alla fune attraverso degli anelli, vennero fatte indossare delle ali – e lo Svolo venne ribattezzato Volo dell’angelo. Nel 1759, però, lo spettacolo finì in tragedia, quando l’acrobata precipitò in mezzo alla folla. Per questo il performer venne sostituito con una colomba di legno che rilasciava fiori e confetti sulla gente (Volo della Colombina). La tradizione è andata avanti fino al 2001, quando si è tornati all’Angelo e a una persona in carne e ossa. Dal 2012, è stato introdotto anche il Volo dell’Aquila, che riprende le modalità di quello dell’Angelo.

 

5. L’INTERRUZIONE DEL CARNEVALE

Il Carnevale cessò di essere celebrato dopo la caduta della Repubblica di Venezia, e l’assoggettamento della città agli Austriaci e ai Francesi, anche se la tradizione venne conservata sulle isole di Murano e Burano. Solo alla fine degli anni ’70, su iniziativa di alcune associazioni e privati cittadini, fu deciso di reintrodurre i festeggiamenti. Il Carnevale è ricominciato ufficialmente nel 1979.

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