Devo ammettere che “Caraval” di Stephanie Garber, edito da Rizzoli, è andato migliorando con il passare delle pagine e quello a cui inizialmente avevo guardato solo come un libro con diverse pecche ha finito per coinvolgermi, farmi sognare e lasciarmi addirittura con degli interessanti punti di domanda.
“Caraval” è un romanzo scritto con il chiaro intento di stupire, con la sua ambientazione fantasy unita all’elemento magico unito ai personaggi e al caleidoscopio di situazioni, un romanzo che sicuramente piacerà molto a un certo tipo di lettore – chi ama le storie d’amore tormentate ma dagli imprescindibili lieto fine, ad esempio.
Però, alla fine, anche un lettore meno romantico, come mi reputo io, si lascia coinvolgere dalla storia, dalle vicende di Rossella chiamata a cercare di salvare la sorella Donatella – lasciate perdere le facili battute sui nomi, ne parleremo tra un attimo! – risolvendo i rompicapi che Mastro Legend ha disseminato nel gioco di ruolo che poi, in ultima analisi, è Caraval.
I nomi, dicevamo. Non ho niente contro l’uso dell’italiano in libri stranieri – ci mancherebbe altro! – ma fin dalla prima pagina ho trovato davvero insopportabili i diminutivi delle due sorelle. Perché Rossella e Donatella sono diventati Sella e Tella? Ogni volta che ne incontravo uno sulla pagina – e di Tella ce ne sono a bizzeffe – era un colpo al cuore.
Un altro elemento che non mi ha convinta molto è stato il profluvio di aggettivi. Certo, descrivere un universo parallelo e fantasy come quello dove si svolge la storia – e ancora di più il microcosmo magico di Caraval, praticamente un mondo a sé – richiede una bella opera di scrittura, per far sì che il lettore abbia davanti agli occhi gli scenari di cui si parla. Però non ho apprezzato che ogni sostantivo dovesse avere accanto il suo bell’aggettivo – oppure la coppia di aggettivi! Questa ricercatezza mi ha dato più l’impressione di un vezzo dell’autrice che di una vera e propria necessità narrativa.
Tolti questi due aspetti che potremmo definire minori, ho trovato “Caraval” intrigante, soprattutto nel finale. Rossella sembra aver trovato l’amore e un lieto fine, ma la storia sua e della sorella sono tutt’altro che concluse. Cosa ha promesso Donatella a Legend, per farsi aiutare? Qual è davvero il patto tra i due? E la madre delle ragazze, che ruolo ha giocato nella vicenda, che fine ha fatto, la vedremo prima o poi?
Le molte domande lasciano presagire un sequel – o quanto meno è quello che speriamo da lettori, perché per quanto non sia un libro impegnato o impegnativo un po’ di sana fantasia fa sempre bene. Soprattutto se è ben scritta e lascia la mente libera di sognare.
SCONSIGLIATO. PUNTO DI DOMANDA. Nì. CONSIGLIATO. IMPERDIBILE