“Beyond the clouds”: un film ricco di contrastanti sull’India di oggi

Majid Majidi racconta Mumbai e il suo volto nascosto attraverso una storia fin troppo realista

di Federica Gasperini

 

Un film di Majid Majidi. Con Malavika Mohanan, Ishaan Khattar. Drammatico, 120′. 2017, India

 

Ultimo lavoro del regista iraniano Majid Majidi, “Beyond the clouds” è un film ricco di contrasti, che svela allo spettatore i retroscena intimi e personali di una Mumbai, ricostruita a misura dell’immaginario di Majidi, dove la speranza di un futuro migliore si scontra con le mille sfaccettature della criminalità indiana – dallo spaccio di droga alla prostituzione, lo stupro e la difesa personale che diventa omicidio se compiuta da una donna.

Ma, forse, il contrasto più grande che descrive il film non è tanto nel suo contenuto, ma nelle scelte registiche e stilistiche compiute. Se il realismo di Majidi da un lato regala personaggi interessanti e una fotografia potente, dall’altro si concretizza in inquadrature e musiche piuttosto monotone, che non sanno stare al passo con la velocità e la semplice complessità dei personaggi che (in)seguono. Ma andiamo con ordine.

 

COSA FUNZIONA: INDIA SEGRETA, ISHRAAN KHATTAR E IL SUO PERSONAGGIO

“Beyond the clouds” apre agli spettatori occidentali uno scorcio interessante sull’India di oggi, un paese, a detta di Majidi, ricco di storie inascoltate, che la Bollywood che ogni estate Rai 2 ci propina non si prende il disturbo di raccontare.

Tra queste storie, il regista sceglie di entrare in quella di due fratelli: Amir (Khattar), spacciatore in erba e sfrontato, e Tahra (Mohanan), giovane tanto tenace da scappare da un marito violento. In una struttura narrativa già vista nei precedenti film, l’India e le sue contraddizioni sociali e giuridiche vengono rappresentate attraverso la dicotomia tra la dinamicità di lui, il volto giovane dell’India, e la staticità di lei, che con sacrifici personali ed economici riesce ad acquistare una sorta di luogo sicuro per sé e il fratello.

Il film subisce un rapido twist quando Tahra, arrestata per aver ferito il suo aggressore, “sparisce” dalla scena principale, lasciandoci soli con Amir, in lotta con se stesso e con una moralità tutta da costruire per salvare la sua bontà d’animo e la sorella.

La profondità leggera di Amir, il suo confrontarsi con le scelte sbagliate compiute crescendo in una società ingiusta e la sua forza emotiva, unita alla scoppiettante energia della recitazione del debuttante Ishraan Khattar, sono decisamente gli assi nella manica di questo film.

 

COSA NON FUNZIONA: RITMO E REGIA LENTE

Majid Majidi, collezionista di storie, si mostra un po’ incerto nel portare ciò che ha visto in India sulla pellicola. Il film è ricco di buone idee e di personaggi che colgono veramente lo spirito fiducioso degli Indiani di fronte alle avversità.

Tuttavia la trama incalzante non risulta convincente per via di scelte registiche un po’ troppo ripetitive, inquadrature poco dinamiche, musiche che non riescono pienamente a evocare la tensione emotiva su cui si costruisce il film. Questo si traduce in una narrazione calante che potrebbe annoiare, e che non è di certo aiutata dalla scelta – molto coraggiosa – di costruire tutti i dialoghi in Farsi.

Majid Majidi, amante del realismo di Fellini e di De Sica, cade nell’errore di voler essere troppo realista verso storie figlie di una cultura e di una lingua che, sicuramente, lo affascinano, ma che non riesce a fare proprie fino in fondo.

 

Fermo restando tutto questo, “Beyond the clouds” è un film da vedere. Richiede un po’ di pazienza, ma Majidi è di certo uno di quei registi che hanno qualcosa da dire e, tutto sommato, riescono a farlo.

Il messaggio del film è chiaro, ed è raccontato con grande introspezione: non bisogna mai smettere di cercare quel locus amoenus al di là delle nuvole – o barriere – che offuscano la vista. È un lavoro quotidiano, quello di penetrare i veli e capire le profondità dell’altro, da intraprendere affidandosi a fiducia reciproca, perdono.

A tratti, “Beyond the cloud” potrebbe farci sentire spaesati, smarriti persino, ma a ben guardare il film vuole fare proprio questo: tirarci fuori dal nostro consueto modo di guardare alla vita per provare a capire i nostri sentimenti (soprattutto negativi) e la società in cui viviamo.

Certo, per vedere tutto questo bisogna andare oltre le nuvole di qualche scelta tecnica poco azzeccata, ma se si riesce a farlo il percorso è in discesa.