Una storia d’amore e di morte destinata a ripetersi per l’eternità, di cui la 17enne Emma è l’inconsapevole protagonista. Sin dai primi incontri con Ethan, intrigante e oscuro, e Max, dolce e premuroso, nella vita della ragazza cominciano ad accadere strani episodi, inspiegabili, soprannaturali: chi sono questi due giovani tanto misteriosi quanto affascinanti? Da dove vengono e quali sono le loro reali intenzioni? Emma trova le risposte che cerca in un’infinita follia d’amore che supera i confini del cielo e della terra. Ma, intanto, la malvagità è scivolata fra gli uomini e gli angeli, la battaglia finale è giunta alle porte e Max ed Ethan non esitano a schierarsi e a lottare con tutti i mezzi per preservare la fragile Emma. A cosa si è disposti a rinunciare per amore, pur di stendere le pieghe del cuore…
Premetto che forse io non sono la persona più adatta, per recensire un libro di genere “soprannaturale” (già dalle definizioni, per me iniziano i problemi, perché ammetto di avere qualche difficoltà a incasellare una storia che parla di angeli e demoni). Nella mia vita questo è il secondo romanzo di questo tipo che leggo, e il primo non mi aveva decisamente fatto fare salti di gioia…
Come mio solito cercherò di essere il più obiettiva possibile e di passare in rassegna per voi lettori pregi e difetti di trama, personaggi e stile. D’altra parte, è anche normale che ognuno abbia le sue preferenze e che in libri come questo o come Uno splendido disastro, (qui trovate la mia recensione su Parole a Colori, se volete vedere le cose sotto una prospettiva meno cuore & amore e più “matura”) una persona e una lettrice come me trovi qualche spunto per commenti critici o almeno non entusiastici. Detto questo… andiamo a cominciare.
Se amate le storie d’amore che sfidano le leggi del tempo, dello spazio e perché no, anche i dettami del Cielo, questo romanzo vi catturerà. La trama è avvincente quanto basta, i personaggi sono abbastanza belli e misteriosi da prendere il lettore, gli avvenimenti non sono scontati. Penso che sia proprio questo uno dei punti di forza, forse il principale, di Angeli dannati: non è una storia scontata. Il lettore si trova più volte a dover rivedere le proprie convinzioni nel corso della narrazione, a mettere in dubbio quello che pensa di aver capito, a rivalutare i personaggi. C’è una certa dose di mistero, tra queste pagine, dei segreti che si svelano solo con il tempo e che non sono chiari fin dall’inizio.
Il finale, poi, può essere visto in molti modi diversi… Come una sorta di ponte per un seguito del romanzo, oppure come un’opportunità per chi legge di immaginare quello che preferisce. In effetti, se ci si sofferma su questo punto, non è semplice immaginare come l’autrice avrebbe potuto concludere meglio una storia come questa, un triangolo secolare come questo. Quando due “uomini” si contendono il cuore di una sola donna le cose non sono semplici: uno deve uscire di scena e la lei di turno deve fare una scelta. Ma come ci insegnano film e libri che hanno trattato l’argomento, non è mai un processo semplice o indolore. Questo finale aperto, invece, non mette un punto definitivo alla vicenda ma lascia tutto in sospeso.
Dopo questa parte positiva, parliamo invece di quello che del romanzo non mi ha del tutto convinta. In sintesi, possiamo dire che a lasciarmi perplessa sono stati principalmente tre punti: il ritmo della trama, alcuni tratti della protagonista e, per certi versi, lo stile.
Dal mio punto di vista, in questa storia le cose succedono tutte un po’ troppo velocemente. Prendiamo il rapporto tra Emma ed Ethan: si vedono a scuola per la prima volta al mattino, si baciano la sera, il giorno dopo sono fidanzati. Da essere sconosciuti ad amarsi in meno di 24 ore. Non sarà un po’ troppo frettoloso questo avvicinamento? Quello di cui si sente la mancanza, in molti passaggi, è uno sviluppo un po’ più graduale, uno svolgimento che porti a mettere in primo piano pensieri ed emozioni dei personaggi. Anche senza scrivere un poema epico di 1000 pagine è possibile far succedere le cose a un ritmo più naturale, no?!
Ci sono poi delle scene che mi hanno fatto pensare troppo da vicino ad altri libri, serie tv, film. Ovviamente quello che si legge e si vede non può non lavorare almeno in parte sul nostro subconscio e quindi ispirare, in un certo senso, quello che poi scriviamo però… quando Emma si sveglia con Max nel letto mi è sembrato di rivedere Damon ed Elena in una puntata di The Vampire Diaries. Per non parlare dei riferimenti alla saga di Twilight. Emma che si attira addosso le peggiori calamità, l’angelo che la salva (e ovviamente s’innamora di lei), la presenza nella stanza. Ma poi, è assodato che non sono solo i vampiri a dover essere invitati dentro una casa/stanza per potervi accedere ma anche gli angeli? Da controllare.
Di qui passiamo direttamente al punto due: Emma. È più che naturale, e succede con tutti i romanzi: certi personaggi, a pelle, a sensazione, ci stanno simpatici, altri proprio non si riescono a mandare giù. Io per la protagonista di questa storia ho provato la seconda cosa. Emma è una ragazzina – e questo può anche starci, vista la giovane età – però lo è in modo troppo evidente, per i miei gusti. Non sono riuscita proprio a empatizzare con una persona che è innamorata persa nel giro di 2 minuti e nel giro di 2 giorni pensa e prova la stessa cosa per 2 “uomini” differenti. Questo suo sconvolgimento dei sensi sarà anche dettato da ragioni di trama – e dall’angelicità dei maschietti in questione – però cavolo, un contegno?
Emma parla dei suoi sentimenti usando parole eccessive, ogni bacio per lei è sconvolgente, annientante. È credibile? Soprattutto se si pensa che lei, viene chiarito quasi subito, non aveva mai baciato nessuno prima del fatidico inizio della scuola. Nella realtà delle cose tutto è meno eclatante, meno -issimo. Emma con le sue uscite e le sue esternazioni di pura estasi mi ha fatto scuotere la testa una pagina sì e una pagina anche. Non parliamo del suo essere costantemente attenta alle linea, a dieta, ecc. En passant mi è sembrato di capire che non fosse solo per una questione mentale, ma per un problema fisico reale. Però leggere di un’eroina che mangia insalata e macedonia a pranzo, nonostante la fame, e poi si abbuffa di gelato nel pomeriggio mi ha un po’ disturbata. Ma forse questa è solo sensibilità personale al tema.
Chiudiamo con lo stile. Su questo punto non mi sento di esprimere un giudizio di merito – positivo/negativo – perché forse sono io, con la mia poca passione per il genere romantico & soprannaturale, a non essere troppo avvezza a leggere di adolescenti, che quindi parlano e pensano come adolescenti. Per me personalmente la narrativa dovrebbe essere un pochino “alta”, nel senso di staccarsi dal parlato quotidiano e usare un linguaggio più pulito, non ricercato ma quanto meno musicale, orecchiabile. Questo romanzo è scritto, invece, dal punto di vista dei 17enni. L’ho detto, magari sono io che non amo questo stile e gli altri, gli appassionati, potranno parlare di “realismo espressivo” e definirlo un pregio.
Come avrete capito, non ho amato alla follia questo libro. Sono convinta, però, che per gli appassionati del genere potrebbe essere una piacevole sorpresa. Amore che sfida le leggi del mondo e del tempo, personaggi bellissimi e giovani, situazioni al limite del credibile, ce n’è di che passare qualche ora felice.